Il ruolo del Commonwealth non è mai stato così importante come nelle sfide odierne: lo sostiene il segretario generale dell’organizzazione internazionale delle ex colonie britanniche, Patricia Scotland, in una lunga intervista rilasciata al quotidiano indiano The Hindu.
L’umanità si trova di fronte a un periodo cruciale per il proprio destino, con la necessità di affrontare tre crisi di portata globale: una pandemica, una climatica e una finanziaria.
Secondo Scotland, il coraggio del Commonwealth è stato messo alla prova in tante situazioni difficili, e anche oggi è pronto a fare la sua parte. La difficoltà è di rappresentare un terzo del mondo: un’umanità variegata, fatta di diverse ricchezze e ambienti, da rappresentare e difendere in un percorso comune.
Ma esiste anche una vera opportunità: quella di scavare a fondo nell’innovazione e nella genialità di ciascuno dei degli Stati membri, affinché ciascuno possa contribuire agilmente a un interesse comune nelle delicate sfide di oggi, a partire dal campo delle innovazioni tecnologiche.
A tal fine l’amministrazione centrale del Commonwealth sta sviluppando una piattaforma comune di condivisione per far confluire in essa ogni apporto in termini di potenza e creatività di ciascun attore aderente a questa grande organizzazione.
“L’aspetto positivo del nostro Commonwealth – ha affermato Patricia Scotland – è che, rappresentando tutti i cinque continenti, e ogni livello di reddito, dimensione di Paese, razza e religione, quando ci riuniremo e faremo brainstorming, attraverso la solidarietà riusciremo a trovare le soluzioni per cambiare il mondo. Viviamo in un pianeta in cui gli approcci unilaterali o individualistici sono stati in ascesa. Eppure non abbiamo mai avuto un momento nella nostra storia in cui il multilateralismo fosse più necessario. Poiché il Commonwealth si considera una famiglia di nazioni, i nostri Stati membri si stanno avvicinando e chiedendosi come possono aiutarsi a vicenda“.