La Regione Sardegna si apre al mercato internazionale e alla promozione dei prodotti biologici di qualità con la nascita del più grande distretto italiano del bio. Il primo biodistretto sardo conta già più di 100 soci. Il Biodistretto ha preso avvio 6 mesi fa con la costituzione del comitato promotore con Sardegna-Bio coadiuvata da Coldiretti, la Città metropolitana e il Comune di Cagliari, Anci Sardegna e la Fondazione Its Filiera Agroalimentare della Sardegna.
L’Isola, secondo le associazioni di categoria, è al settimo posto in Italia per superficie biologica: nel 2019 ha superato i 120mila ettari (il 10,2% della superficie agricola utilizzata). Le aziende agricole impegnate nel biologico sono invece circa 2mila. Le coltivazioni principali sono quelle foraggere (circa 16.500 ettari) e i cereali (oltre 6mila Ha). Seguono le colture seminative (5.500), vite (oltre 1.600), olivo (circa 3.600), ortaggi (circa 800), frutta (300). “Un risultato storico per la Sardegna e per chi ha sempre creduto nel biologico e nella sostenibilità“, esulta Andrea Campurra, presidente dell’Associazione Sardegna-Bio capofila del comitato promotore del biodistretto. “Finalmente abbiamo a disposizione uno strumento di unione che ci consentirà di fare sistema, programmare e catalizzare i finanziamenti crescenti che ci sono per i distretti e per il biologico“, conclude Campurra.
La promozione dei prodotti biologici della Sardegna attraverso il distretto del bio permetterà di poter far conoscere meglio le eccellenze dell’isola all’estero, anche grazie all’approvazione da parte del Senato del disegno di legge sull’agricoltura biologica che prevede anche l’introduzione di un marchio per il bio italiano, per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale. L’obiettivo primario del distretto è quello di favorire la coesione e partecipazione degli attori della filiera biologica, sostenendoli affinché possano coniugare la propria attività con le nuove frontiere della sostenibilità (energie rinnovabili, biodiversità, qualità del lavoro e della vita).
Il bio-distretto intende inoltre creare nuove relazioni dirette tra produttori e consumatori, grazie a modelli distributivi alternativi quali la filiera corta e i gruppi di acquisto solidale. Si cercherà anche di spronare le pubbliche amministrazioni a incrementare gli acquisti verdi per mense scolastiche, ospedali e altri servizi pubblici. L’agricoltura biologica in Sardegna è importante per dimensioni e comparti coinvolti. Già nel 2019 il biologico sull’Isola ha superato i 120mila ettari, in crescita dello 0,8% rispetto all’anno prima. Numeri che piazzano la Sardegna al settimo posto nella classifica delle Regioni italiane bio. Il totale della superficie biologica in Italia sfiora i 2milioni di ettari (+2%).