Sono indeducibili i costi sostenuti dalle società per le collaborazioni esterne di un professionista se questi sono troppo alti e in particolare se superano di gran lunga i massimi tariffari.
La decisione arriva dalla Corte di Cassazione, che con ordinanza n. 3414 del 12/2/2020 ha respinto il ricorso di una srl che, secondo un precedente parere del fisco, aveva sostenuto spese elevate per pagare un ragioniere.
I giudici fanno riferimento al principio, che dovrebbe ispirare chiunque gestisca un’attività economica, di massimizzazione dei profitti indirizzando le proprie condotte verso una riduzione dei costi: ecco allora che l’eccessività di componenti negativi o l’immotivata compressione di componenti positivi di reddito sarebbero rivelatrici di un occultamento di capacità contributiva e la spesa non sarebbe giustificata nell’esercizio dell’attività d’impresa.
Le aziende devono fare attenzione ai costi indeducibili, quindi, a eseguire operazioni di spesa nettamente e inequivocabilmente antieconomiche. E a maggior ragione, ma non solo, quando il professionista, come nel caso di questo giudizio, fa parte della compagine sociale.