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Internazionalizzazione del Sistema Paese: il dibattito della CGIE

La rete di italiani nel mondo come elemento prezioso per l'export del Made in Italy

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L’Internazionalizzazione del Sistema Paese è stato il tema di un recente incontro preparatorio alla IV Assemblea plenaria della Conferenza Permanente Stato – Regioni – Provincie Autonome – CGIE, organizzato dal Consiglio Generale degli Italiani nel Mondo, che si è concluso con il dibattito a cura dei consiglieri del Cgie sparsi nel mondo. Con il moderatore Oliviero Bergamini, giornalista vicedirettore di RaiNews24, si è dunque potuto fare un giro del mondo tra Consiglieri Cgie e associazioni regionali di connazionali all’estero.

Per il Cgie sono intervenuti dal Venezuela e dal Cile Nello Collevecchio e Nello Gargiulo, ma anche Norberto Lombardi, Fabio Ghia, Vincenzo Mancuso, Gianluca Lodetti, Rodolfo Ricci, Fernando Manzo e Vincenzo Arcobelli, prima delle conclusioni del Segretario Generale Cgie, Michele Schiavione. Collevecchio ha voluto evidenziare con forza l’importanza che riveste l’Italia nel paese dove risiede, tanto che ha dato notizia di come l’export tricolore sia continuato in maniera florida proprio grazie agli italiani residenti. Norberto Lombardi, invece, vorrebbe una maggiore selettività degli obiettivi e degli strumenti da parte del Sistema Paese, perché la rappresentanza deve essere utile. Concorde anche Arcobelli, che ha ribadito l’importanza delle associazioni soprattutto per rafforzare il sistema informativo degli italiani all’estero, evidenziando la necessità assoluta di lottare contro la contraffazione dei prodotti italiani che creano tanti problemi all’Italia.

A Gargiulo, invece, ha fatto impressione, in senso negativo, vedere “l’entusiasmo per l’Italia all’estero in questa occasione e in questo periodo di pandemia”, e ha fatto un intervento basato su due parole “formazione e coordinamento”: la prima è fondamentale, perché i cittadini italiani devono saper parlare italiane, e per questo devono essere “potenziati i comitati Dante Alighieri e gli IIC”. Per quanto riguarda la seconda parola, invece, “dobbiamo far sì che tutte le parti in causa si muovano in sinergia, perché dobbiamo essere più attivi”. Il consigliere Ghia ha posto quindi il problema della promozione della lingua italiana e della cultura per i discendenti e per le seconde e terze generazioni, che spesso perdono completamente l’utilizzo della lingua. C’è dunque la necessità di sviluppare quella “cultura di fondo”, ossia un retaggio culturale che guarda alle tradizionali delle regioni.

Secondo Rodolfo Ricci, invece, “l’internazionalizzazione è una storia di successo negli ultimi 10 anni. Perché abbiamo esportato centinaia di migliaia di giovani, ma questo rende poco al paese, sia di patrimonio umano che di Pil”. Per fare questo “servono investimenti in questo tessuto organizzato, tra associazioni e servizi culturali”. E, soprattutto “va recuperato un rapporto con le nuove generazioni facendo sistema”.

Infine, il Segretario Generale Michele Schiavone ha tratto le conclusioni: “C’è la necessità di un rilancio del nostro paese all’estero in un momento nel quale il mondo è attraversato dalle difficoltà globali. Le difficoltà le stiamo affrontando con forti limiti, pensando però alla ripresa. Il sistema deve essere perfezionato, ha bisogno di coinvolgere tutte le forze che compongono questo sistema e la conferenza permanente a cui stiamo lavorando porta questa idea, perché questa sia momento e ambito di discussione per promuovere le politiche per gli italiani all’estero, anche per bloccare l’emorragia dell’emigrazione delle migliori menti e la re-importazione delle migliori pratiche imparate fuori dallo Stivale. Lo possiamo fare, passando dalla digitalizzazione, semplificando e mantenendo il ruolo centrale dei cittadini italiani ovunque essi vivano. Abbiamo avviato un percorso straordinario – ha concluso Schiavone –, abbiamo ambizioni forti, e su questa strada riusciremo a preparare la Conferenza Permanente in modo da dare prospettive politiche vere per i prossimi 3 anni”. (aise) 


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Giovanni Guarise
Giovanni Guarise
Giornalista professionista dal 2010. Nel corso degli anni da freelance ha dedicato particolare attenzione al mondo della Piccola e Media Impresa con approfondimenti, focus e attività di comunicazione.
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