Leggi certe e meno tasse il sogno da Paese normale
Fare rete per ricostruire un tessuto sociale e produttivo, riscoprendo il collante della solidarietà, fino all’impegno professionale gratuito per le aziende al collasso. è il progetto del “Pronto soccorso Imprese”, presentato a Napoli nel quadro del forum “Patto per la crisi”, organizzato da Rete dei Professionisti e Imprese del Sud in collaborazione con l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili del capoluogo partenopeo. «Pronto Soccorso Imprese – spiega Sergio Passariello, presidente di Imprese del Sud – ha l’obiettivo di mandare segnali di distensione agli imprenditori in questo momento drammatico di difficoltà economica e sociale».
E come si struttura il progetto?
è uno sportello di primo soccorso ad imprenditori in difficoltà per un dialogo immediato con le istituzioni, cioè Agenzia delle entrate, Equitalia o il sistema bancario, gli interlocutori che in maniera determinante possono mettere in crisi l’impresa. Il nostro intervento non è sostitutivo rispetto al consulente che abitualmente segue l’azienda, ma è di affiancamento. Il risultato dell’intervento viene immediatamente trasferito al consulente e insieme si cerca di tracciare un percorso di uscita della crisi.
Operativamente, come funzionerà?
Metteremo a disposizione un portale web dove attingere immediatamente informazioni, individuare localmente il professionista più vicino che aderisce al progetto. Tutto questo lavoro è a titolo gratuito.
Quale può essere un efficace patto per la crisi?
Le imprese del Mezzogiorno, per quella che è la nostra visione, non chiedono riforme né agevolazioni né assistenzialismo: chiedono di vivere in un Paese normale, dove se una norma viene deliberata e quindi traccia un percorso anche rispetto agl investimenti progettati in base a quella legislazione. Questa norma deve essere certa, non può subire 10 livelli di interpretazione ed essere stravolta dopo 10 anni. Il legislatore parte con un testo, la politica lo modifica, i livelli burocratici intermedi la stravolgono, tra circolari e interpelli. Basta, gli imprenditori sono stanchi. Gli stessi consulenti hanno difficoltà. Non esiste certezza legislativa, è un fardello a livello europeo. I livelli intermedi devono applicare la legge, non interpretare.
Imprenditori e professionisti vivono anche il dramma dell’aumento dei suicidi.
Chiariamo una cosa: l’imprenditore fallito per bancarotta fraudolenta va espulso dal circuito produttivo. Chi fallisce per colpa della crisi o perché vanta crediti dalla pubblica amministrazione invece deve essere riabilitato, perché ha un know how che altrimenti non si recupera più. Molti suicidi ci sono per questo: è il terrore di essere annullati, di avere le porte chiuse ovunque.
Di cosa hanno più bisogno le imprese del Sud?
Di misure per la competitività. Non si può pretendere di competere con Cina e India quando il costo di una unità prodotta è gravato dal 60% di tasse. Non parliamo del’Irap, una tassa unica in Europa se non nel mondo. Più reddito ai dipendenti e meno costi alle imprese: questo potrebbe dare sollievo alle imprese meridionali.