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mercoledì, Novembre 13, 2024
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La campagna di comunicazione sul Made in Italy avviata dalla Farnesina

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Dopo l’emergenza coronavirus il mondo dell’export può ritornare a correre negli scenari economici internazionali. Durante la cerimonia di firma del “Patto per l’Export”, sono state illustrate le linee strategiche in materia di sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo, alla luce dell’attuale contingenza economica e sanitaria. Una strategia “ambiziosa ma solida” che si regge su sei pilastri: comunicazione; promozione integrata; formazione/informazione; e-commerce; sistema fieristico; finanza agevolata. Riguardo i particolari della comunicazione, l’idea è quella di avviare una grande campagna di comunicazione da 50 milioni per promuovere l’export e il Made in Italy. In attesa della gara, si è aperta la consultazione di mercato per raccogliere informazioni da inserire nel successivo bando. La parola chiave è “stupire”.

L’articolazione del progetto prevede la realizzazione di una “campagna madre” di tipo “valoriale”, alla quale agganciare campagne verticali per settori/paesi o per gruppi di paesi culturalmente omogenei. Nella realizzazione delle campagne “verticali”, per moltiplicare le sinergie promozionali, andranno privilegiati alcuni settori strategici, esplorando la possibilità di un approccio intersettoriale e integrato basato sulle cosiddette “adiacenze utili” o per filiera. Numerose sono le priorità settoriali da incentivare e promuovere: Turismo, ospitalità, agro-alimentare, artigianato, valorizzazione del territorio, cultura, siti UNESCO (soprattutto quelli poco noti), meccanica, lavorazione legno, arredo-design, innovazione, tecnologia, aerospazio, robotica, intelligenza artificiale, ICT, economia verde, sostenibilità, energie rinnovabili, economia circolare, agro-industria innovativa, catena del freddo, ciclo dei rifiuti e bio-carburanti.

Si dovrà raggiungere con la massima efficacia i target di riferimento di un primo gruppo di circa 25 paesi, suscettibile di progressivo incremento fino a 50 paesi complessivi, prescelti fra i principali mercati di sbocco dell’export italiano e le economie più promettenti per potenzialità di penetrazione commerciale, tra i quali ricordiamo anche Canada, Regno Unito e India (per restare ai paesi del Commonwealth).

Al termine di questo percorso di consultazione verrà dato seguito alla procedura di appalto attraverso la pubblicazione di uno o più bandi di gara.  La scelta della procedura verrà operata in ragione di quanto emergerà in relazione al grado di efficacia delle soluzioni esistenti e alla connessa esigenza di massimizzare le risorse disponibili. Il bando dovrebbe essere pubblicato entro il 31 luglio 2020. Il valore complessivo della campagna non potrà superare i 50 milioni di euro e la durata di un anno. Sarà un Piano aperto che, accanto ad alcuni percorsi ben delineati, intende restare flessibile per affrontare di volta in volta le emergenze internazionali che dovessero colpire le nostre esportazioni, a cominciare dal coronavirus. E’ un Made in Italy sotto attacco, infatti, quello che il Piano straordinario per l’export 2020 mira a sostenere e a tutelare in giro per il mondo.  L’emergenza coronavirus, infatti, ha rischiato di danneggiare fortemente alcuni dei principali comparti delle nostre esportazioni, anche a causa di fenomeni che Di Maio non ha esitato a definire “concorrenza sleale”. Le richieste di importatori esteri privati di una sorta di bollino “virus free” sono risultate inaccettabili e discriminatorie per le istituzioni e i professionisti italiani. Una richiesta inaccettabile, che non ha nessun fondamento scientifico e sulla quale l’Italia ha richiesto l’intervento dell’UE e dell’OMS affinché smentiscano in modo categorico che il virus possa essere trasmesso anche tramite gli alimenti.

Una campagna di comunicazione strategica per ravvivare il settore e riportare alla luce le potenzialità del Made in Italy. La partecipazione è aperta a tutti gli operatori siano essi imprese, università, centri di ricerca, enti del terzo settore, persone fisiche, etc. previa trasmissione del modulo di iscrizione alla consultazione di mercato. La consultazione prevede un primo incontro pubblico che si terrà entro il 22 giugno e che si svolgerà tramite una piattaforma digitale, secondo le modalità tecniche che saranno pubblicate nel corso dei prossimi giorni.

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