Considerando la situazione straordinaria creata dall’emergenza pandemia, la Commissione Europea ha presentato nuove misure in aggiunta al ventaglio di provvedimenti a sostegno del settore agroalimentare.
La Commissione intende favorire gli agricoltori con l’aumento degli anticipi sui pagamenti diretti (dal 50% al 70%) e sui pagamenti per lo sviluppo rurale (dal 75% all’85%). In questo modo, i beneficiari inizieranno a ricevere il sostegno economico già da metà ottobre. Non solo, quello che si vuole sviluppare è anche una rivoluzione tecnologica del settore, permettendo di poter gestire al meglio le proprie attività anche in modalità da remoto.
Gli Stati membri dell’UE potranno utilizzare strumenti tecnologici, come ad esempio le immagini satellitari o le foto geo-taggate, per sostituire le tradizionali visite in azienda e controllare l’attività agricola sul campo. Di conseguenza, diminuiranno gli oneri amministrativi e si eviteranno ritardi nella gestione delle domande di aiuto per garantire il sostegno agli agricoltori nel più breve tempo possibile.
L’invito a presentare proposte per accedere ai 200 milioni di euro di cofinanziamento è aperto ad organizzazioni di produttori, consorzi, gruppi di produttori e gruppi agroalimentari responsabili di attività promozionali. La quota maggiore dei fondi sarà assegnata a campagne per mercati ad alto reddito procapite o in forte espansione economica, come Canada, Cina, Giappone, Corea, Messico e Stati Uniti. Nel nuovo pacchetto, secondo il commissario Wojciechowski, potrebbe esserci anche la possibilità di una nuova proroga del termine di scadenza per la presentazione delle domande per gli aiuti diretti, già posticipato in via straordinaria dal 15 maggio al 15 giugno. Altri potenziali provvedimenti sarebbero relativi alla semplificazione dei controlli e all’eventualità per i paesi membri di anticipare gli aiuti diretti. Secondo i dati della Commissione europea, il 93% dei 100 miliardi di euro del Fondo europeo per lo Sviluppo Rurale 2014-20 sono già impegnati (83% a livello dei beneficiari), quindi i restanti 7 miliardi potrebbero essere usati per le nuove misure.
In Italia, i fondi UE non impegnati dovrebbero attestarsi tra 1 e 1,5 miliardi, cui vanno aggiunti i contributi nazionali e regionali. Ricordiamo che in Italia l’agroalimentare non si è mai fermato (insieme a farmaceutica, energia e logistica) e il Dpcm del 22 marzo già consente a una serie di aziende di andare avanti con determinate produzioni qualora dimostrino, e comunichino alle prefetture, che tale attività sia necessaria alle imprese ritenute indispensabili. Tuttavia, il settore agroalimentare non può andare avanti senza la riaperture di altre filiere funzionali, da quella della componentistica a quella delle macchine agricole industriali. Ad oggi, secondo i dati di Coldiretti, il 70% delle imprese agroalimentare esportatrici a marzo ha segnalato un calo delle vendite per le disdette. A pagare il conto più pesante sono stati il settore del vino e del florovivaismo, ma difficoltà sono segnalate anche per ortofrutta, formaggi, salumi e conserve.
Per affrontare le problematiche registrate va ribadito che la Politica agricola europea è in una fase di transizione. È necessaria continuità, ma occorrono anche norme chiare perché si registrano ritardi nell’approvazione del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e della PAC post 2020. Questo è il dato fondamentale emerso dal rapporto della Corte dei conti UE, relazione secondo la quale i ritardi rinvieranno di almeno un anno l’applicazione di una PAC più ambiziosa. Di qui la necessità di usare “il tempo supplementare per affrontare le sfide climatico-ambientali illustrate nel Green Deal, assicurare una solida governance della futura PAC e puntellarne il quadro”.
Emergenze, priorità ed iniziative che pongono sulla stessa bilancia il destino di Italia ed Europa e che la Commissione Europea vuole affrontare con il dovuto pragmatismo. “Una buona notizia che viene incontro alle sollecitazioni ed esigenze delle aziende. Allo stesso tempo ritengo positiva l’apertura sulle altre richieste inoltrate: sostenere la filiera alimentare in questo momento è di fondamentale importanza per l’Italia è per l’Europa”, ha commentato il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova.