Si apre a Dhaka, una conferenza di due giorni alla quale parteciperanno ministeri e funzionari di 31 paesi per discutere del futuro della blue economy.
L’obiettivo è quello di analizzare e intraprendere iniziative per promuovere al meglio lo sviluppo sostenibile della blue economy tra le le nazioni che si affacciano sull’Oceano Indiano.
L’evento è organizzato dalla Indian Ocean Rim Association (IORA), un’organizzazione intergovernativa, che riunisce i rappresentanti eccellenti di numerosi paesi e organizzazioni del sud est asiatico.
Il Primo Ministro Sheikh Hasina inaugurerà la conferenza ministeriale intitolata “Promuovere l’economia blu sostenibile sfruttando al meglio le opportunità dell’Oceano Indiano” con la collaborazione dell’organizzazione IORA all’InterContinental di Dhaka.
Previsti anche gli interventi di numerosi ministri degli esteri di innumerevoli paesi, tra i quali Australia, Iran, Sri Lanka, Comore e Seychelles, i ministri di stato per gli affari esteri della Somalia e della Thailandia, il ministro dell’agricoltura e della pesca del Kenya, il ministro dell’economia delle Mauritius, il ministro delle risorse marine delle Maldive e il vice ministro dell’ambiente del Sudafrica.
L’Organizzazione IORA è composta da 22 stati membri tra cui Australia, Bangladesh, Comore, India, Indonesia, Iran, Kenya, Madagascar, Malesia, Maldive, Mauritius, Mozambico, Oman, Seychelles, Singapore, Somalia, Sudafrica, Sri Lanka, Tanzania, Tailandia e Emirati Arabi Uniti.
La presa di coscienza dell’importanza dell’economia e dei servizi che l’ecosistema marino genera riguarda molti settori. In primis le attività come la pesca, il turismo costiero, l’acquacoltura e il trasporto commerciale.
È giunto il momento di modificare i modelli comportamentali antropologici: il contrasto all’inquinamento ambientale e l’abbandono degli schemi economici tradizionali sembrano le uniche soluzioni per mitigare il rischio.
Quali sono le soluzioni?
Un innovativo modello di business basato sul recupero e la re-immissione di materie prime e scarti nel circuito produttivo. Questo nuovo modello economico si chiama “Blue Economy” ed è destinato a rivoluzionare le nostre attività produttive.
Un patrimonio che inizia ad essere analizzato e monitorato in tutto il globo.