L’attuale crisi sanitaria mondiale ha generato un mutamento globale dei meccanismi economici e commerciali a partire dal settore della logistica e dei porti.
Le molteplici conseguenze dell’emergenza creata dalla pandemia non hanno risparmiato i traffici portuali e la catena logistica nel suo complesso. L’onere per gli operatori, infatti, è duplice, in quanto oltre i costi delle doverose misure di sicurezza, devono arginare un’ingente contrazione delle ordinazioni e dei traffici. Una situazione particolarmente allarmante, denunciata dal Corriere Marittimo, che evidenzia l’importanza di intervenire sul sistema degli operatori portuali e di tutti i servizi collegati, con urgenti e concrete misure compensative.
I provvedimenti adottati da alcune Autorità di Sistema Portuale del versante adriatico rappresentano senza dubbio un modello da replicare anche sul versante tirrenico. Tali provvedimenti, che prevedono la sospensione dei canoni demaniali fino al 30 settembre, costituiscono un supporto non trascurabile per i costi aziendali, riconoscendo tra l’altro il valore sociale della continuità dei servizi portuali per la collettività.
Si tratta di un ulteriore sostegno che, seppure indirettamente, viene fornito dai provvedimenti governativi del “Cura Italia“. In tale ottica intervengono le associazioni di settore. Particolarmente importanti sono le richieste di Confindustria Livorno e Massa Carrara che chiedono alla presidenza della locale Autorità di Sistema Portuale, in analogia a quanto già fatto da altre AdSP, di adottare gli stessi provvedimenti in modo da mantenere l’equilibrio nella concorrenza tra gli scali.
“Interventi concreti e soprattutto solleciti per supportare in maniera adeguata la funzionalità del sistema portuale in tutte le sue articolazioni cosicché, superata l’emergenza, la fase di ripresa possa trovare le aziende industriali e portuali del nostro territorio in grado di riprendere a pieni giri la produttività“, rilanciano da Confindustria Livorno e Massa Carrara.
D’altronde, come ribadito da Assoporti, i porti italiani stanno adottando tutte le misure per garantire la massima sicurezza delle operazioni e soprattutto “sono pienamente operativi a servizio della collettività e tutti gli uffici, compresi quelli di controlli, garantiscono il regolare svolgimento delle attività“. Inoltre, “i provvedimenti adottati dal governo non limitano in alcun modo la circolazione delle merci nel nostro Paese” dichiara la nota stampa dell’associazione che riunisce le Autorità di sistema portuale italiane aggiungendo che ferma restando la procedura della “libera pratica sanitaria” che autorizza l’approdo delle navi, c’è piena disponibilità ad adottare eventuali nuove misure “che dovessero essere dettate dalla Protezione civile“.
Il coronavirus ha provocato un blocco nella produzione dei porti italiani e negli scambi con il mondo orientale. In prospettiva, se l’epidemia sarà effettivamente controllata entro poco tempo, sia dal punto di vista della pericolosità del virus sia del contagio e della diffusione, si avrà un rallentamento dell’import export di alcuni mesi, ma se la situazione continuerà a durare, i danni potrebbero essere davvero significativi e insuperabili.