La digitalizzazione e il rilancio della logistica

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L’emergenza sanitaria in atto ha provocato una caduta del PIL senza precedenti nella storia economica del nuovo secolo, con profonde ripercussioni sul tessuto produttivo e sociale del nostro paese. I settori dei trasporti e della logistica sono tra i più colpiti dalla crisi. Questi comparti economici, legati alla logistica nazionale, sono stati fondamentale per garantire la mobilità e gli approvvigionamenti essenziali e giocano un ruolo chiave per assicurare la ripartenza dell’economia europea. Nel nostro Paese le infrastrutture di trasporto soffrono di ritardi che ne hanno pregiudicato il necessario ammodernamento, anche in chiave di maggiore sostenibilità. Per cui, l’attuazione di un piano d’investimenti è ancora più importante per favorire competitività e transizione energetica.

Tali cambiamenti strutturali dell’economia nazionale sono in buona parte alla base di un fenomeno inedito per l’Italia, definito decoupling, che vede il volume delle merci trasportate crescere in misura molto più che lineare rispetto al PIL. Nel complesso, si è determinata una pressione sulle reti di trasporto, in particolare quelle dedicate all’import/export (valichi alpini, porti, aeroporti), non prevista sulla base degli scarsi incrementi di PIL registrati, con un concreto rischio di saturazione, e dunque di incapacità di sostenere ulteriori aumenti di traffici vitali per l’economia nazionale.

Un’altra possibile spiegazione del decoupling va ricercata nell’allungamento delle catene logistiche e di trasporto per effetti sia delle nuove domande: e-commerce e nuovi modelli distributivi, sia lato offerta come l’aumento di penetrazione di mercato di grandi operatori di settore stranieri.

L’Unione Europa ha messo in campo una serie di strumenti di portata straordinaria per far fronte all’emergenza e consentire il rilancio dell’economia europea. La BCE sta portando avanti programmi di acquisto di titoli per 1710 miliardi. Sulla base di quanto deciso dall’Eurogruppo e dal Consiglio Europeo, la BEI ha messo a disposizione una nuova linea da 200 miliardi per prestiti alle imprese, che si somma a una linea esistente di 40 miliardi. I fondi residui dell’attuale bilancio UE, compresi i fondi strutturali, sono disponibili per sostenere il settore senza necessità di cofinanziamento nazionale. Il 27 maggio la Commissione europea ha proposto un fondo per la ripartenza, Next Generation Europe, e un nuovo bilancio pluriennale per un totale di 1850 miliardi. Buona parte di questi fondi dovrebbero essere destinati a infrastrutture e trasporti. Il prossimo vertice europeo del 17 e 18 luglio dovrà trovare un accordo su questa proposta, su cui dovrà esprimersi anche il Parlamento europeo, in modo da rendere disponibili i nuovi fondi a partire dal 2021. In questo contesto, è importante che gli operatori del settore possano confrontarsi con i rappresentanti delle istituzioni dell’Unione Europea e nazionali sulla definizione di una strategia di sostegno e rilancio di trasporti e logistica.

Importante è valorizzare i momenti in cui gli operatori del settore possano confrontarsi con i rappresentanti delle istituzioni. La digitalizzazione, nell’attuale contesto economico, coinvolge tutti i settori industriali, compreso quello della logistica e dei trasporti e anche i processi tradizionalmente analogici possono beneficiare della digitalizzazione, che avviene grazie a portali e piattaforme di Business Process Management. La sfida della logistica nel mondo 4.0 è quella di monitorare in ogni momento la movimentazione della merce e presidiare ogni fase del processo, grazie a referenti efficaci.

Chi acquista un prodotto online è un consumatore evoluto, abituato a sapere dove si trova il suo pacco e quando arriverà il corriere e questo è possibile solo grazie a una gestione digitale delle spedizioni e delle consegne della merce. Nuove proposte destinate ad essere ancora più incisive nella realtà economica e sociale post coronavirus.

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