Monitoraggio dei social network come strumento di lotta all’evasione fiscale: l’idea arriva dalla Francia, che per effetto di un decreto pubblicato il 13 febbraio 2021, che specifica i termini di applicazione dell’articolo 154 della legge finanziaria per il 2020, istituisce un sistema di monitoraggio innovativo da parte dell’amministrazione fiscale.
In sostanza l’Agenzia delle Entrate francese potrà utilizzare le piattaforme digitali per verificare la congruenza con le dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti e dai cittadini che si dichiarano domiciliati all’estero, ma che in realtà attraverso i post sui social media fanno emergere una presenza costante nel Paese.
Il sistema sarà sottoposto ad una prima sperimentazione della durata di tre anni, e vedrà l’utilizzo di un algoritmo di apprendimento automatico per identificare parole chiave, rapporti o anche indicazioni di date e luoghi per consentire di rilevare eventuali attività fraudolente. Gli agenti potranno controllare i social network più noti come Facebook, Twitter e Instagram, ma altri siti web quali Airbnb.
Questo monitoraggio è stato pensato per non cadere nella trappola delle regole in vigore per la violazione della privacy. Un parere della Commissione nazionale per l’informatica e le libertà, ossia l’authority della privacy francese, ha infatti indicato che i dati possono essere raccolti e utilizzati se soddisfano due condizioni cumulative: essere liberamente accessibili su un servizio di comunicazione al pubblico, ed essere chiaramente resi pubblici dagli utenti dei siti. Le autorità fiscali non potranno conservare i dati oltre i 30 giorni se non viene dimostrata la loro utilità, e oltre un anno se indicano attività fraudolenta.
La sperimentazione francese di questo nuovo modello di controlli fiscali potrebbe generare risultati anche sorprendenti, che inevitabilmente farebbero da modello anche per altri Paesi, a partire dall’Italia.