L’insufficiente armonizzazione dei controlli doganali tra gli Stati membri dell’Unione Europea non consente di salvaguardare in modo appropriato gli interessi finanziari dell’Unione. I controlli doganali dell’Unione europea non sono ben armonizzati, il che nuoce agli interessi finanziari e a ribadirlo è una recente analisi della Corte dei Conti europea. Nonostante i passi nella giusta direzione compiuti di recente, la normativa dell’UE non è abbastanza ben concepita da garantire che gli Stati membri selezionino le importazioni da sottoporre a controllo in modo uniforme. La Corte segnala che alcuni Stati membri non sottopongono tutte le dichiarazioni all’analisi dei rischi richiesta e che le importazioni che comportano un più alto livello di rischio potrebbero non essere considerate appropriatamente prioritarie ai fini dei controlli.
L’unione doganale è importante per il commercio dell’UE e i dazi doganali sulle importazioni costituiscono una fonte significativa di entrate dell’UE. La Commissione europea è giuridicamente tenuta a garantire che gli Stati membri eseguano i controlli doganali in modo simile. Per armonizzare il modo in cui sono selezionate le importazioni da sottoporre a controllo, la Commissione ha di recente adottato un quadro doganale in materia di rischi finanziari, costituito da criteri e norme comuni nonché da orientamenti, che è stato approvato dagli Stati membri.
La Corte riconosce che l’attuazione del quadro rappresenta un passo importante verso l’applicazione uniforme dei controlli doganali, che è essenziale per un’efficace riscossione dei relativi dazi, ma è critica riguardo alle norme in quanto non definiscono bene il concetto di “rischio” e sono troppo permissive, concedendo agli Stati membri troppa libertà nella riduzione dei controlli. Inoltre, mancano importanti elementi quali un’analisi a livello UE delle importazioni, idonee tecniche di estrazione dei dati e metodi atti a contrastare i rischi finanziari per le importazioni risultanti dal commercio elettronico.
La Corte raccomanda alla Commissione europea di rafforzare l’applicazione uniforme dei controlli doganali, nonché di sviluppare un’analisi a tutto campo e una effettiva capacità di coordinamento a livello UE. Quando i paesi fondatori dell’Europa (Francia, Germania, Italia, Regno del Belgio, Granducato di Lussemburgo e Regno dei Paesi Bassi più Regno Unito, Irlanda, Spagna, Portogallo, Svezia, Finlandia, Danimarca, Austria e Grecia) hanno deciso di trasformare l’unione commerciale in un soggetto politico e normativo comune, hanno intrapreso tale scelta anche per abolire i vincoli doganali per le merci originarie della CEE o messi in libera circolazione all’interno del suo territorio. Attualmente risulta importante impedire che importatori dediti alla frode concentrino i propri traffici su punti di ingresso alla frontiera nei quali il livello dei controlli doganali è minore e procedere ai fini di controllo da applicare essere in maniera uniforme in tutta l’unione doganale