La notizia sta rimbalzando in queste ore via Twitter: anche la Romania ha ratificato il CETA, aggiungendosi all’elenco degli Stati pronti ad adottare l’accordo commerciale sottoscritto nel 2017 tra Unione Europea e Canada con piena efficacia.
Sono ora 15 gli Stati membri, oltre la metà degli attuali 28, che hanno messo il sigillo sul CETA con l’approvazione finale da parte dei parlamenti nazionali. Spiace che all’appello manchi ancora l’Italia.
La ratifica è stata accolta con soddisfazione da Canada Trade, ente governativo dedicato al commercio canadese, che si è detto impaziente di stringere relazioni commerciali sempre più forti tra i due Paesi, nella speranza di ricavarne opportunità di valore anche nella prospettiva di un rilancio economico post Covid.
Tra i settori più strategici della Romania sui quali puntare gli affari di scambio, Canada Trade ha individuato le infrastrutture, le tecnologie legate all’informazione e alla comunicazione, e le energie rinnovabili.
Ad accogliere con toni trionfali la notizia, sempre via Twitter, è anche l’ambasciata canadese in Romania, che ha definito la ratifica del CETA come un importante step per le relazioni tra i due Paesi. L’ambasciata ha ringraziato i partner romeni, mettendosi immediatamente a disposizione per guidare le imprese canadesi alla ricerca di nuove opportunità nel Paese dell’Est Europa.
A commentare la notizia è stata anche Mary Ng, Ministro canadese titolare delle deleghe per le Piccole Imprese, il Commercio Internazionale e la promozione dell’Export: “Grande notizia! Il CETA è un accordo ambizioso che offre alle nostre piccole e medie imprese una via d’accesso preferenziale al mercato europeo, incluso quello della Romania. Questo significa più clienti, più lavoro e più opportunità per il rilancio economico e la crescita futura“.
Il think tank Imprese del Sud si aggiunge dunque al coro di voci entusiaste: “Accogliamo con vero entusiasmo la notizia della ratifica del CETA da parte del Parlamento canadese – afferma il fondatore Sergio Passariello – nella speranza che la crisi legata all’emergenza coronavirus e la conseguente fame di rilancio possano imprimere un’accelerata verso la conferma di questo accordo anche da parte degli altri Stati membri, a partire dall’Italia. Inutile parlare dell’importanza dell’export per le nostre imprese se poi alle parole non facciamo seguire i fatti, creando tutte le migliori condizioni per favorire gli scambi commerciali anche con Paesi strategici extraeuropei attraverso l’abbattimento dei dazi, lo snellimento della burocrazia e una serie di altri vantaggi offerti dal CETA. Non è più il tempo di lanciare appelli, che trovano risposte in fake news o scetticismi di stampo sovranista. Superiamo le incertezze con la documentazione e affrontiamo questo passaggio per consegnare una nuova frontiera di scambi per le nostre aziende“.