In Asia Centrale l’emergenza sanitaria legata alle difficoltà energetiche sta generando nuove prospettive economiche e opportunità commerciali per le imprese europee specializzate nell’attuazione di piani di diversificazione energetica e sostenibile. La dipendenza dell’Asia centrale dal petrolio e dal gas è messa a dura prova, quindi la regione si sta orientando verso progetti rinnovabili per colmare il divario. L’Uzbekistan ha in programma di aumentare la sua capacità rinnovabile entro il 2030, con l’aumento dell’energia solare a 5 gigawatt (GW) e l’eolico a 3GW. Anche l’energia idroelettrica giocherà un ruolo, con l’obiettivo di creare 1 GW di energia. L’aumento vedrà le energie rinnovabili rappresentare fino al 30% di tutta l’energia prodotta in Uzbekistan, ma ci sono piani per investire in progetti per aumentare ulteriormente questa percentuale.
La spinta dell’Uzbekistan a passare a un sistema a doppia energia non è unica nella regione dell’Asia centrale. Il Kazakistan ha registrato una serie di problemi nella sua economia di esportazione nell’ultimo anno, non solo a causa dell’impatto della pandemia. Il paese dipende fortemente dalle esportazioni di petrolio, con oltre l’80% delle esportazioni totali dirette ai paesi dell’Unione europea. Dalle recenti analisi della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) viene evidenziata la necessità regionale di spingere con i programmi di de carbonizzazione e diversificazione energetica. L’implementazione delle energie rinnovabili alternative al petrolio e al gas è diventata una parte sempre più importante del mix energetico in Asia centrale. Far decollare questi progetti richiede un notevole livello di sviluppo da parte del governo e sforzi per attrarre partner finanziari.
Altri paesi della regione stanno guardando ad altre forme di energie rinnovabili per la mancanza di alternative a livello nazionale. Sia il Kirghizistan che il Tagikistan mancano delle considerevoli riserve di petrolio e gas dei loro vicini, quindi hanno un importante tradizione di utilizzo dell’energia idroelettrica. Oltre a creare fonti energetiche domestiche, lo sviluppo dell’energia verde introduce una nuova merce esportabile e crea progetti che possono essere di beneficio a diversi paesi della regione. Uno di questi progetti è il gasdotto Casa 1000, che collegherà Kirghizistan, Tagikistan, Pakistan e Afghanistan. Il progetto è in fase di sviluppo dal 2015 e ha ricevuto il sostegno di agenzie tra cui la BERS e l’ADB. Casa 1000 vedrà la costruzione di 1200 km di linee di trasmissione elettrica per trasportare l’energia idroelettrica in eccesso generata nei mesi estivi da Kirghizistan e Tagikistan. L’Asian Development Bank ha sostenuto lo sviluppo di un gasdotto per collegare l’Asia centrale con Afghanistan, Pakistan e India. Il sostegno delle banche di sviluppo è stato fondamentale per la modernizzazione e l’espansione delle reti energetiche in tutta l’Asia centrale. Tali prospettive stanno innescando importanti novità per le imprese europee e per l’implementazione di nuove opportunità commerciali con l’Asia Centrale.