La Norvegia e le isole Svalbard protagoniste internazionali nella tutela del patrimonio agricolo mondiale. Nel 2008 è stata inaugurata una vera e propria struttura di conservazione nelle Svalbard in cui sono custoditi poco meno della metà dell’intero patrimonio agricolo del pianeta. All’interno delle strutture troviamo piccoli granelli che germinando danno origine ad una nuova pianta: un patrimonio di un milione di semi. Tra gli ultimi “acquisti” ci sono semi di arachidi bambara, tolleranti alla siccità, una varietà di orzo comunemente utilizzato per produrre birra irlandese e varietà uniche di riso.
La struttura nasce per garantire la tutela di gran parte delle 21 colture più importanti della Terra, come il riso, il mais, il frumento, le patate, le mele, la manioca, il taro, la noce di cocco e loro varietà. Recentemente, ha già dimostrato il suo effettivo valore, quando ha restituito 130 esemplari al Centro per la ricerca agricola di Beirut (Libano), impossibilitato a recuperare alcune sementi a causa della guerra in Siria.
E’ come una vera banca in cui chiunque può effettuare un deposito e potrà in seguito prelevare il suo sacchetto (in 4 strati di alluminio ben sigillato) di campioni necessari al ripristino di determinate coltivazioni, scomparse a seguito di cause di vario tipo.
Durante la giornata del 25 febbraio, si è svolta un’importante cerimonia, durante la quale 36 banche genetiche provenienti da tutto il mondo hanno depositato dei semi nelle strutture del Global Seed Vault. Alla cerimonia ha partecipato il Primo Ministro norvegese Erna Solberg con numerosi delegati delle Nazioni Unite impegnati in progetti e programmi di tutela e sostenibilità in agricoltura.
Questa cerimonia rappresenta il più grande deposito mai fatto di semi, oltre ad essere il primo deposito da quando sono stati effettuati i lavori di aggiornamento condotti dalla Banca Mondiale in rapporto ai semi depositati alle Isole Svalbard.
Il deposito si trova sull’isola di Spitsbergenin, nell’arcipelago artico delle Svalbard, a circa mille chilometri a nord della Norvegia continentale, al quale appartiene politicamente. La struttura è composta da tre sale che possono ospitare fino a 1,5 milioni di campioni ciascuna ed è gestita dal governo di Oslo insieme al Global crop diversity trust, una fondazione che si occupa di aumentare la sicurezza alimentare nel mondo. La necessità di dar vita a un luogo simile è dovuta a diversi problemi che stanno minacciando la biodiversità agricola del Pianeta in un momento in cui c’è bisogno di incrementare la resa dei raccolti a fronte di una superficie limitata destinata alle coltivazioni. Si stima infatti che dalle oltre 7,5 miliardi di persone che vivono oggi sulla Terra, si arriverà a nove miliardi nel 2050.
La Norvegia, come in tantissime altre occasione, vuole dare il suo contributo al meccanismo di tutela giuridico e tecnologico del patrimonio agricolo. Un protagonismo da far conoscere e da imitare anche nel resto del mondo. In più di un decennio di vita, nessun seme è andato perso nel trasferimento del milione di sementi custoditi in quella che è stata definita “l’arca di Noè del patrimonio agricolo mondiale“.