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Le tradizioni culinarie della provincia di Foggia presentate a Montecitorio

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Le tradizioni e la cultura enogastronomica della provincia di Foggia sono state presentate a Montecitorio con una degustazione di vini e prodotti tipici della terra daunogarganica. L’iniziativa è stata presentata del deputato di Manfredonia, Antonio Tasso. L’idea ha raccolto l’adesione della Provincia di Foggia, del Parco Nazionale del Gargano, di Confcommercio e Camera di Commercio, dei Gruppi di Azione locale e dell’Associazione Chef di Capitanata, di Associazioni di Promozione Turistica e Culturale, e di diverse aziende artigianali e di cantine che hanno messo a disposizione i vini da uve autoctone ai più alti livelli di qualità, oggi tra i più apprezzati e richiesti in Italia a nel Mondo. La gastronomia è senza dubbio un fattore di grande attrazione che si aggiunge alle bellezze naturali e artistiche di questi luoghi. Numerosi sono i piatti tipici della tradizione locale.

Detta anche farréte, la farrata, è un piatto della gastronomia tipica di Manfredonia e di Siponto, una sua frazione. Ha origini molto antiche ed è legata alla tradizione carnevalesca sipontina. Così chiamata perché composta prevalentemente di farro, il primo grano che i pastori nomadi del Medio Oriente coltivavano agli albori della civiltà.

E’ un rustico tondeggiante composto da una sfoglia di pasta ripieno di grano macerato, ricotta di pecora, essenze di erbe aromatiche, come menta maggiorana, cannella, sale e pepe quanto basta. Oppure in alternativa provare gli scaldatelli di Manfredonia, perfetti per essere sgranocchiati in ogni momento della giornata, come antipasto o a fine pasto accompagnati da un vino rosso deciso e corposo.

In commercio se ne trovano tantissimi varietà: al peperoncino, al pepe nero, alla pizza, alla cipolla, alle olive, al sesamo e chi ne ha più e metta. La forma tipica è quella circolare ma non di rado si trovano anche di forma allungata. Numerosi sono invece i prodotti e i ristoranti locali che propongono la cucina semplice e genuina del territorio, primi piatti di mare, specialità della casa, vedono come protagonisti polipi, murene, triglie, dentici, seppie, frutti di mare, calamari, orate, anguille, spigolo e via dicendo, ma anche ortaggi freschi e secchi e pastasciutta.

Tra le pastasciutte tipiche del luogo: i fusilli, chiamati maccheroni arricciolati, le lasagne, chiamate lagane, troccoli e orecchiette.

I sughi e le salse usati per condire le paste sono un’infinità e tutti molto saporiti.

I prodotti foggiani presentati a Montecitorio

Tra i prodotti tipici troviamo senz’altro la patata di Zapponeta. Si tratta di una varietà coltivata nella zona degli arenili di quest’agro sin dagli anni ’40 quando si procedette con la bonifica di quelle che erano zone paludose. La coltura prevede due cicli: uno di raccolta per la patata novella a maggio e uno tardivo per la patata comune a novembre. Le varietà utilizzate sono la Siglinde, la Spunta, la Nicola e l’Elvira. La patata novella è utilizzata a fresco a fette o nell’insalata, la tardiva come contorno ad arrosti o al forno o fritte.

Non meno importante la cipolla di Zapponeta. E’ un bulbo di colore bianco avorio, piatta se coltivata tra aprile e maggio; globosa se raccolta da giugno ad agosto. Si caratterizza per la sua spiccata dolcezza e la bassa tendenza alla lacrimazione. La cipolla di Zapponeta ha un’ottima digeribilità ed è usata in molte preparazioni tipiche del territorio e della cultura contadina.

L'immagine può contenere: una o più persone e cibo
I 5 GAL della provincia di Foggia

Le tradizioni culinarie locali sono state descritte anche analizzando la storia, l’archeologia e la riscoperta di questi territori, come svolto dall’associazione “La Pelandra di cui è presidente Valentina Sapone, archeologa di Manfredonia e, da qualche anno, perno di un turismo mirato, di collegamento fra i  vari centri della provincia di Foggia, con il suo minibus. Tanti i tour in agenda, tanti quelli già organizzati per la promozione delle bellezze artistiche e storiche del territorio. Durante i lavori è stato possibile ammirare anche le opere di Angela Quitadamo. La produzione di oggetti di ceramica, la loro manipolazione e decorazione, è il risultato di varie tecniche apprese studiando la pittura, la lavorazione di cristalli di vetro su ceramica, le argille refrattarie e semplici. La sua formazione artistica professionale l’ha approfondita in numerosi stage svolti presso laboratori privati a Bruxelles, Bonn, Urbino, Deruta. E poi una lunga attività lavorativa maturata attraverso varie esperienze anche in cooperative con altri artisti. E’ unanimemente riconosciuta come l’artista delle ceramiche daunie. Le sue mani prodigiose plasmano perfetti esemplari che non hanno nulla da invidiare ai modelli originali del variegato repertorio di quell’affascinante vasellame della civiltà dauna. Un mondo che ha descritto l’archeologa Maria Laura Leone esperta della civiltà dei Dauni. Il popolo dei Dauni abitava l’antica Daunia, l’attuale regione settentrionale delle Puglie, compreso il promontorio del Gargano. Questo popolo è stato promotore di un eccentrico stile artistico, manifestato in particolare nelle stele litiche istoriate, datate fra l’VIII secolo e gli inizi del VI secolo a.C.

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