La notizia della ratifica dell’accordo commerciale era attesa da tutti gli analisti economici e dal mondo imprenditoriale che intrattiene relazioni economiche con il Regno Unito. Il Parlamento europeo ha ratificato a larga maggioranza l’accordo commerciale e di cooperazione post – Brexit, che stabilisce le regole delle future relazioni tra l’Unione europea ed il Regno Unito, con 660 sì, 5 contrari e 32 astenuti. L’accordo “può costituire la base su cui costruire una nuova relazione lungimirante tra Ue e Regno Unito“, ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, precisando che “nonostante la decisione del Regno Unito di lasciare la nostra Unione, condividiamo ancora legami profondi e di lunga data, valori, storia e vicinanza geografica“. “Accolgo con grande favore i risultati della votazione del Parlamento europeo sull’accordo“, aveva riportato su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, precisando che ora si “segna un importante passo avanti nelle relazioni” tra l’Unione e Londra e si “apre una nuova era“.
L’accordo commerciale tra Regno Unito ed Europa consente un sospiro di sollievo a tutte quelle realtà commerciali che negli ultimi mesi hanno vissuto l’incubo dell’incertezza procedurale e burocratica, oltre le problematiche generate dall’emergenza sanitaria. D’altronde, l’Italia è uno dei principali fornitori alimentari del Regno Unito: dai mercatini ai grandi supermercati, da Tesco a Sainsbury’s. Le difficoltà, attese e previste, della Brexit, con i controlli alla frontiera e i rallentamenti, per camion e treni, hanno fatto crollare l’export alimentare italiano: -38,3% anche se il food italiano è molto ricercato. Il rincaro della spesa è la conseguenza della difficoltà delle merci importate ad arrivare nel Regno Unito. Il dato è stato calcolato dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel mese di gennaio 2021, il primo dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
L’accordo permetterà alle due parti di continuare a scambiare merci senza l’imposizione di dazi, quindi non si dovrà pagare quando le merci attraverseranno i rispettivi confini, né di quote, ovvero non ci saranno limiti sulle quantità di beni commerciati. Consentirà anche di proseguire la cooperazione già esistente in alcuni settori come energia e trasporti. Soltanto nel corso delle prossime settimane potremmo sviluppare analisi precise e dettagliate. Quello che appare certo è che le aziende britanniche ed europee avranno un accesso preferenziale al mercato della controparte rispetto alle regole minime stabilite dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, cioè quelle previste per i paesi i cui rapporti commerciali non sono regolati da trattati specifici. Ci sono ancora alcune questioni tra Regno Unito e Unione Europea, apparentemente regolate, ma che lasciano ancora aperti degli scenari.
All’interno del contesto europeo, la Brexit ha generato nuove prospettive economiche e commerciali e numerose sono le variazioni che anche il mercato online ha subito. Con la Brexit molti si stanno chiedendo cosa cambierà per lo shopping online effettuato su siti di e-commerce inglesi dall’Italia. L’Unione europea ha raggiunto un compromesso con il Regno Unito sullo scambio merci: un accordo a “tariffa zero”, che permetterà gli scambi sul piano internazionale senza l’applicazione di nuove tariffe sulle merci britanniche. I prodotti spediti da e per il Regno Unito dovranno essere conformi alle norme di origine per poter usufruire degli accordi a tariffa zero. Tuttavia, tali accordi non riguardano le procedure doganali, che verranno disciplinate secondo i termini stabiliti dall’Organizzazione mondiale del commercio, che prevedono dazi e controlli alla frontiera.
“C’è sempre la questione dell’Irlanda del Nord: un problema che resta, anche se è soprattutto un problema per la Gran Bretagna. Abbiamo visto anche di recente alcuni fenomeni di carattere violento. Si è cercato, poi, di regolamentare alcune questioni che riguardano i cittadini europei, la loro presenza in Gran Bretagna. Sono temi in parte aperti anche per il futuro“, ha ribadito per Vatican News, Antonio Varsori, professore di Storia delle Relazioni internazionali all’Università di Padova. Nella risoluzione preparata dal gruppo di coordinamento per il Regno Unito e dalla Conferenza dei presidenti, il Parlamento ha accolto favorevolmente la conclusione dell’accordo commerciale e di cooperazione Ue-Regno Unito che limita le conseguenze negative dell’uscita di Londra dall’Unione, considerato dal Parlamento europeo un “errore storico“, in quanto nessun paese terzo può godere degli stessi benefici di un paese membro.
Sostanzialmente, i deputati hanno accolto positivamente l’accordo commerciale con zero quote e zero tariffe tra il mondo europeo e quello del Regno Unito e le garanzie sulle regole per la concorrenza leale, che potrebbero servire come modello per i futuri accordi commerciali. Il Parlamento è d’accordo con le disposizioni riguardanti, tra l’altro, la pesca, i consumatori, il traffico aereo, l’energia e la protezione dei dati. Tuttavia, sono numerosi i deputati che guardano con sospetto, tristezza e irragionevolezza l’idea stessa della non condivisione da parte del Regno Unito ad una comune politica estera, di sicurezza e di sviluppo, senza dimenticare la volontà di non volere confermare la propria partecipazione al programma di scambio di studenti Erasmus+.