La ripartenza dell’export dell’oreficeria italiana si deve al Sudafrica, oltre che a Stati Uniti e Irlanda. Scalzata invece la Svizzera, in quello che era il suo consolidato primato. L’ultimo studio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha evidenziato che l’oreficeria è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Secondo il World Gold Council, la domanda mondiale è scesa a 1.400 tonnellate, livelli minimi dell’ultimo decennio, con una contrazione pari al 33,5%. Complici del calo, sia le misure di contenimento della pandemia, sia l’elevato livello raggiunto dai prezzi dei preziosi, come effetto della forte incertezza presente sui mercati.
Tuttavia, già a partire dal terzo trimestre, ma ancora più nel quarto, la domanda mondiale di gioielli in oro ha iniziato a recuperare, con miglioramenti diffusi a tutti i Paesi e particolarmente intensi in India (-7,9% nel quarto trimestre a fronte di -42% dell’intero 2020) e Cina (-9,5% rispetto a -34,9%), senza sottovalutare le opportunità offerte dal mercato del Sud Africa per le imprese italiane.
Per le imprese italiane, il Sudafrica è essenziale e l’export di gioielli italiani in oro è aumentato del 74% in valore e del 35,6% in quantità nella media del 2020, con variazioni molto elevate nell’ultimo trimestre. Irlanda e Sudafrica sono gli unici due paesi, tra le prime dieci destinazioni, con un consuntivo 2020 in positivo a fronte di cali diffusi e particolarmente rilevanti, oltre che per la Svizzera, anche per gli Emirati Arabi Uniti (-47,5%), la Francia (-44%) e Hong Kong (-51,4%). Guardano ai distretti italiani, Vicenza torna in positivo nel quarto trimestre (+4,7%), grazie alle spedizioni verso il Sudafrica (+17,7% nella media del 2020 e +94,1% nell’ultimo trimestre), che diventa terza destinazione a livello mondiale per il mercato italiano.
Arezzo chiude il quarto trimestre con un calo limitato all’1,3%, che porta il consuntivo del 2020 a registrare una contrazione di poco inferiore al 30%, grazie al recupero intenso registrato dalle esportazioni destinate agli Stati Uniti e alla crescita degli invii verso il Sudafrica (+248,9% nell’intero 2020 con un +270,3% nel quarto trimestre). Per continuare a sviluppare il settore in Sud Africa, il network di società e imprese riunito intorno alla Camera di Commercio italiana in Sud Africa (ItalCham) è molto importante. ItalCham è una ONLUS forte e attiva che rappresenta la comunità imprenditoriale italo-sudafricana e supporta ogni attività commerciale tra l’Italia e il Sudafrica. Il network legato alla camera sudafricana fa da ponte fra i mercati italiani e quelli sudafricani.
Tra le società più dinamiche in tale ambito troviamo Euromed International Trade che ha aderito alla Camera ItalCham ed è tra le società più attive in tutto il mondo commerciale del Commonwealth. Agendo da ponte tra le imprese italiane e sudafricane, offre informazioni essenziali, contatti e assistenza su misura alle aziende che stanno esplorando la possibilità di instaurare una relazione commerciale bilaterale con il Sudafrica.