Gli Stati Uniti d’America sono il primo mercato mondiale per l’esportazione dell’olio di oliva con il 38% sul totale dell’export mondiale. L’Italia è in testa alle esportazioni di olio di oliva in bottiglia, mentre la Spagna guida le esportazioni di olio in contenitori superiori ai 18 KG.
Il mercato americano si riconferma il maggiore importatore di olio di oliva mondiale superato solo dalle esportazioni “intra Unione Europea“.
La presenza di olio d’oliva sulle tavole americane è cresciuta negli ultimi anni ed è a tutt’oggi in continuo aumento. L’olio d’oliva extravergine italiano domina il mercato statunitense e l’Italia è riconosciuta nell’immaginario collettivo come la patria dell’olio di oliva.
Considerata l’importanza del settore, in Italia vi è molta preoccupazione per le possibili ricadute commerciali causate dall’introduzione di dazi. Ricadute negative sul commercio di olio extravergine d’oliva italiano negli Stati Uniti qualora l’Amministrazione statunitense confermasse l’intenzione di tassare i prodotti europei in risposta agli aiuti pubblici ricevuti dalla compagnia francese Airbus.
Un appello lanciato dalle organizzazioni di produttori, dai rappresentanti di Italia Olivicola, Assitol e Assofrantoi, che insieme aderiscono alla Filiera Olivicola Olearia Italiana (FOOI) e che hanno recentemente incontrato Frederick H. Giles, Consigliere per gli Affari Agricoli presso l’Ambasciata americana in Italia.
Le esportazioni di olio extravergine d’oliva italiano, nell’ultimo anno, hanno creato valore per quasi 400 milioni di euro e con gli eventuali dazi i fatturati delle aziende del Bel Paese potrebbero subire riduzioni del 50%.
“Oltre alle nostre aziende, a subire le conseguenze di questo contraccolpo sarebbero proprio i consumatori americani, che vedrebbero aumentare sui propri scaffali la presenza di oli provenienti dai Paesi del Nord Africa, certamente meno sicuri e tracciati di quelli prodotti e imbottigliati in Italia”, hanno dichiarato i rappresentanti delle associazioni italiane aderenti alla Filiera Olivicola Olearia Italiana.
A rafforzare il settore, può anche contribuire il trend, sempre più importante, del turismo enogastronomico. Secondo i dati dell’Enit, l’Ente nazionale per il turismo, quasi il 30% dei turisti stranieri sceglie l’Italia per esplorare i territori legati a cibo e vino, ed il primo Paese di origine degli “enogastroturisti” nel Bel Paese sono proprio gli Stati Uniti. Per giunta, questa tipologia di visitatore è disposta a spendere molto di più del turista europeo.