La Commissione UE mette ancora l’Italia alle strette su due tematiche molto importanti come quelle della normativa sugli appalti e della gestione dei rifiuti, minacciando pesanti sanzioni nei confronti del nostro Paese, chiamato a uniformarsi alla normativa comunitaria nonostante gli sforzi già messi in campo.
Sforzi che, in materia di appalti pubblici, vengono riconosciuti con una presa d’atto da parte dell’Europa dei notevoli progressi dell’Italia nel conformare la legislazione al quadro UE. Ma evidentemente tutto questo non basta: la Commissione ha infatti deciso di far proseguire una procedura di infrazione contro l’Italia, rilevando persistenti questioni in sospeso.
Nel mirino di Bruxelles vi sono in particolare il divieto per i subappaltatori di ricorrere ad altri subappaltatori e alcune disposizioni sulle procedure negoziate senza gara d’appalto. Per questo l’Italia ha ricevuto una lettera di costituzione in mora, e ora avrà due mesi di tempo per rispondere alle questioni sollevate.
Un’altra procedura di infrazione, come detto, è stata poi inviata a Roma per il mancato rispetto delle normative europee sulle discariche di rifiuti. La Commissione aveva emanato una direttiva per fissare norme volte a prevenire effetti negativi per la salute umana, l’acqua, il suolo e l’atmosfera. Tra queste norme, si parlava della chiusura di una serie di discariche non conformi ai requisiti della direttiva, salvo prevedere un piano di riassetto del sito.
L’Italia, secondo la Commissione, come effetto di questa direttiva ha già chiuso 32 discariche, ma non è ancora riuscita a fornire rassicurazioni in merito alla chiusura o alla riconversione di altri 12 siti pericolosi. Anche in questo caso è arrivata una lettera di costituzione in mora, e il tempo di due mesi per risolvere la situazione. Altrimenti il caso potrebbe essere deferito alla Corte di Giustizia dell’UE.
Al di là delle questioni, legittime nel merito, appare dunque evidente come Bruxelles, pur garantendo aiuti economici importanti per uscire dalla crisi degli ultimi anni, stia esercitando nei confronti dell’Italia una sorta di pressione e intimidazione che, in un periodo di difficoltà e incertezze come quello attuale, appaiono ingiustificate.