La Commissione Europea ha aperto alla possibilità di erogare aiuti di stato anche alle piccole imprese, alle micro attività e alle startup che erano già in difficoltà prima del 31 dicembre del 2019, e quindi non a causa della pandemia Covid-19.
L’intento di Bruxelles sulla possibilità di finanziare le imprese che si trovavano in apnea finanziaria già a fine 2019, prima dell’emergenza coronavirus, estenderebbe in maniera significativa la quantificazione economica delle politiche di sostegno attuate dai singoli stati membri, ma richiederebbe all’Europa un ulteriore sforzo nell’ambito del “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di stato” adottato dalla Commissione il 19 marzo 2020 per far fronte all’emergenza pandemica.
Il Quadro è stato successivamente modificato il 3 aprile scorso per aumentare le possibilità di sostegno pubblico alla ricerca, alla sperimentazione e alla produzione di prodotti utili a combattere la pandemia, oltre che per salvaguardare i posti di lavoro e sostenere ulteriormente l’economia.
Un secondo intervento è poi arrivato l’8 maggio 2020, con l’estensione dell’ambito di applicazione dello stesso regime alle misure di ricapitalizzazione e debito subordinato.
Si potrebbe arrivare quindi a una terza modifica che richiede il consenso degli Stati membri, i quali dovranno anzitutto presentare osservazioni alla proposta arrivata dalla Commissione.
Proposta che prevede di incentivare anche gli investitori privati per partecipare a misure di ricapitalizzazione collegate al coronavirus.
Tornando alle imprese in difficoltà, il nuovo regime di sostegno elaborato dall’esecutivo europeo potrà essere applicato a tutte le imprese in difficoltà finanziaria che non siano sottoposte a procedura di insolvenza, non abbiano ricevuto aiuti per il salvataggio che non sono stati rimborsati, e che non siano oggetto di un piano di ristrutturazione ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato.