Si è svolto presso la Sala del Consiglio della Camera di Commercio di Roma la presentazione del progetto “MADE IN MEDITERRANEO“, promosso dalle ACLI di Roma e provincia e sostenuto dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, istituzione da decenni impegnata a sostenere e incentivare la realizzazione di iniziative fondate sui valori della solidarietà, della mutualità e dell’inclusione nelle zone più svantaggiate del Meridione d’Italia, del Mediterraneo e del Sud del Mondo.
Obiettivo del progetto è quello di riaffermare il valore e l’importanza degli antichi mestieri e del lavoro artigiano per favorire la sopravvivenza e il ritorno delle botteghe artigiane a Roma, ma anche l’avvicinamento e la formazione dei giovani in questo settore, che può ancora offrire importanti opportunità occupazionali.
Ai lavori sono interventi: Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale;
Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma aps;
Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio Roma;
Claudio Bianchi, coordinatore scientifico del progetto;
Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio Roma I Centro;
Claudio Di Berardino, Assessore al lavoro della Regione Lazio.
Ad introdurre i lavori il presidente delle ACLI di Roma, Lidia Borzì, che ha dichiarato:
“Generare una buona politica e come ACLI di Roma siamo fedeli ai lavoratori, alla democrazia e alla lotta alla povertà. L’artigianato va sostenuto poiché nel nostro paese notiamo più domanda che offerta in questi settori a causa dalla non professionalizzazione del lavoro. I nostri giovani, da una recente inchiesta che abbiamo svolto, hanno dichiarato al 50% di volere un’occupazione seria, non precaria e che invogli alla crescita e alla professionalizzazione. Noi vogliamo ridare vita alle botteghe sia nel centro del territorio romano che in altri borghi della nostra Penisola“.
Il presidente della Camera di Commercio Roma ha ripercorso la storia economica del centro di Roma, le prospettive future in tutto il bacino del Mediterraneo e l’importanza del Made in Italy ovunque nel mondo, ribadendo l’autoctonia dell’artigianato come fenomeno antropologico di una comunità.
L’Italia è un paese di artigiani. I quartieri di San Lorenzo e i lavoratori del marmo sulla Tiburtina sono un esempio della nostra storica occupazione e del nostro sviluppo economico. Nel censimento del 1951 avevamo un centro storico dedicato all’artigianato, esistono strade dedicate agli artigiani e l’ubicazione delle varie botteghe aveva creato un circuito tra quartieri del centro che avevano una impostazione simile a quella che oggi possiamo definire “distretto”. Un lavoro di grande qualità, contabilizzatile in 5000 unità. Oggi, invece, stanno sparendo molte di queste attività e purtroppo tale tradizione sta svanendo. Porsi il problema dell’introduzione dell’artigianato nei centri storici vuol dire riqualificare Roma e ciò è una visione politica che va affrontata politicamente. Una politica di reintroduzione dell’artigianato nel centro di Roma partendo dall’occupazione giovanile. Per attirare l’attenzione dei giovani all’artigianato devi creare un percorso che accompagna i giovani nella visione di tale lavoro. Essere artigiano oggi vuol dire essere uomini liberi, creare un’attività economica che rende felice. Un discorso che possiamo estendere a tutto il bacino del Mediterraneo. Continuiamo a vivere il Mediterraneo come un problema e non come opportunità. Il Mediterraneo è un grande bacino di cultura da riscoprire, valorizzare e comprendere. I giovani che oggi sono in difficoltà possono riprendersi il proprio futuro grazie a tali elementi di analisi“, ha ricordato il presidente Lorenzo Tagliavanti.
Claudio Bianchi, coordinatore scientifico del progetto ha illustrato le finalità del progetto con l’obiettivo di preparare i giovani ad intraprendere iniziative artigianali e divenire imprenditori di se stesse. Il coordinatore ha ricordato che “le botteghe chiudono per due motivazioni: da un lato l’aspetto demografico e la necessità di attivare meccanismi contro l’eccessiva burocrazia. Grazie al professor Emmanuele F. M. Emanuele e alla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale si possono sviluppare nuove iniziative, agevolando il percorso ricco di problematiche di un artigiano“.
I rappresentanti del Municipio Roma I Centro hanno analizzato le problematiche che vivono gli artigiani del centro di Roma:
“Gli spazi per aprire una bottega nel centro sono inarrivabili se pensiamo ai costi di locazione. Il Comune di Roma può accedere ai beni sequestrati alla criminalità che possono rientrare nel circolo della produttività, consegnando tali spazi ai giovani e alle nuove botteghe del centro. Noi vogliamo contrapporre all’investimento della criminalità, un investimento della legalità dando spazio alla formazione di futuri artigiani. In questa città ci sono esperienze fondamentali, di eccellenza. Il nostro aiuto nel concedere “spazi” è un tema da affrontare e sviscerare“.
“Made in Mediterraneo” prevede l’inserimento di 6 giovani, con un contratto di apprendistato, in 6 botteghe artigianali che operano nel cuore di Roma: un laboratorio di pasta fatta artigianale, una bottega di lavorazione del legno, una di restauro di libri antichi e una che si occupa di opere d’arte. In particolare, quest’ultima e’ stata anche impegnata nel restauro di alcuni lavori presenti nella basilica di San Silvestro, a L’Aquila, in seguito al terremoto del 2009. Tra le botteghe coinvolte nel progetto anche l’antica manifattura Cappelli che ha realizzato copricapi per molti personaggi famosi tra cui Madonna, Jude Law ed Enrico Montesano.
Durante la fase organizzativa dei lavori il Prof. Emmanuele Emanuele affermò, a proposito del progetto:
“In un momento storico in cui la globalizzazione incontrollata ha ormai sopraffatto il pianeta, i prodotti di massa si realizzano in serie e sono uguali a loro stessi ovunque (in Italia come in Giappone o negli Stati Uniti), gli acquisti si effettuano prevalentemente on-line ed i servizi passano per le App degli “smartphone”, ritengo fermamente che le tradizioni artigiane di qualità – figlie di antichissime memorie e tratto distintivo e caratterizzante di ogni cultura -siano un valore da salvaguardare con tutte le nostre possibilità“.