Il 15 ottobre scadrà la moratoria delle cartelle esattoriali che ha tenuto in sospeso il Fisco per l’emergenza coronavirus, ma che adesso rischia di travolgere milioni di contribuenti.
L’Agenzia delle Entrate è pronta a inviare circa 9 milioni di lettere e Pec a imprese, partite Iva e persone fisiche per farsi corrispondere il dovuto non versato entro le naturali scadenze, e questo rischia di scatenare la cosiddetta “bomba sociale”, in quanto molte attività, nonostante segnali di timida ripartenza in alcuni settori con la fase 2, faticheranno a sostenere il peso di una tassazione come quella italiana in queste circostanze.
A scongiurare le pesanti riscossioni che si prospettano da qui a poche settimane potrebbe essere soltanto un intervento del Governo. E i presupposti sembrano esserci, data la gravità della situazione, le consistenti risorse liberate a livello europeo per fronteggiare la recessione, e l’intenzione già dichiarata dall’esecutivo di promuovere una riforma del Fisco che non guardi soltanto alla situazione presente, ma riveda il rapporto tra contribuenti ed enti riscossori.
Secondo quanto già anticipato dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri, si pensa a una riduzione della pressione fiscale a partire dal ceto medio, ripensando i criteri del prelievo. Le aliquote Irpef, ad esempio, potrebbero passare da 5 a 3, secondo il modello tedesco.
Ma ciò che più preoccupa le aziende, ad oggi, è il presente. Per questo Imprese del Sud invita il Governo a promuovere la più sacrosanta e dovuta pace fiscale per tutte le cartelle esattoriali notificate al 31.12.2020. Alle imprese sarebbe così assicurato il necessario ossigeno per sopravvivere, nella speranza di ritornare presto a correre con le proprie gambe grazie al superamento definitivo dell’emergenza sanitaria e a quelli che dovranno essere degli ambiziosi piani di crescita legati al Recovery Found.