La nascita di progetti occupazionali e giovanili può partire dai giovani e dagli studenti del Nord Africa. Con questa convinzione nasce New-Med, su iniziativa dell’Istituto Affari Internazionali in cooperazione con il Segretariato dell’OSCE, la Compagnia di San Paolo di Torino, il Ministero degli Affari Esteri e il German Marshall Fund (GMF) of the United States, che punta su tale visione.
Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ospiterà l’evento “South and Africa: Exploring New Approaches to Economic Cooperation, Security and Migration”, organizzato nell’ambito delle progettualità avviata da New-Med.
L’evento sarà caratterizzato dalla audizione di otto eccellenze giovanili provenienti dal Maghreb e dall’Africa subsahariana protagonisti di un convegno internazionale pensato per analizzare le principali dinamiche che stanno interessando l’Africa. Sono stati scelti a seguito di un bando internazionale e selezionati tra un ampio numero di candidati. Discuteranno le loro idee con affermati chair e discussant provenienti da paesi africani ed europei. Il progetto New-Med, avviato nel 2014, è realizzato da una rete di ricercatori e analisti interessati ad esaminare le complesse dinamiche sociali, politiche, culturali e di sicurezza che stanno interessando l’area del Mediterraneo.
La progettualità avviata da New-Med vuole ripensare il ruolo delle organizzazioni multilaterali, regionali e sub-regionali per accrescerne la capacità di rispondere alle rapide trasformazioni politiche, economiche e di sicurezza e ai bisogni delle società che si affacciano sul Mediterraneo.
Una priorità di New-Med è quella di superare una visione puramente legata all’Europa e alle visioni geopolitiche dell’Europa Continentale e di quella del Nord, dando impulso alle dinamiche mediterranee, una centralità il più possibile legata al sud del Mediterraneo.
Una visione, intrecciata all’idea di Mediterraneo Allargato, delle nuove leve di ricercatori, esperti, economisti ed analisti.
Gli studi di New-Med, riprendono le proiezioni delle Nazioni Unite, che analizzano la demografia del Nord Africa ed evidenziano che la popolazione africana raddoppierà a 2,4 miliardi entro il 2050, prevedendo il raggiungimento dei 4,3 miliardi entro la fine del secolo. Circa un terzo dell’intera umanità vivrà nel continente africano. Molti studi si sono concentrati sul presente e sul futuro dell’Africa e delle sue interconnessioni con l’Europa. Tematiche che influenzeranno i prossimi processi economici del continente europeo. La possibilità di puntare sulle eccellenze, la creazione di nuove proposte economiche, rafforzando la diplomazia e il dialogo tra i vari protagonisti del Mediterraneo, può generare effetti positivi per l’intero contesto del comune Bacino. Nell’avanzare tale progettualità è raro sentire come i giovani africani vedono e codificano gli sviluppi attuali che si svolgono nei loro paesi, analizzando il rapporto con l’Europa.
Un progetto che si avvale dei risultati avutesi, il 7 e l’ 8 febbraio 2019 con il Dipartimento di Studi politici e Pubblica amministrazione dell’Università Americana di Beirut che ha organizzato una conferenza internazionale di due giorni nell’ambito della rete di ricerca New-Med. In questa occasione numerosi studiosi e giornalisti di spicco hanno discusso diversi temi relativi alla sicurezza, ricordando la centralità di scelte politiche ed economiche nel bacino del Mediterraneo.
Nel Mediterraneo allargato si deciderà la centralità commerciale della Penisola. Eppure, l’Italia stenta a finalizzare la propria azione geopolitica per rafforzare il bacino in modo strategico. Un mare in bilico tra due oceani e tre continenti, un fitto intreccio di rotte e commerci che si estende nel corso dei millenni di storia e fenomeni sociali.