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Verso una nuova era della regolamentazione AI: passi decisivi nell’AI Act Europeo

Analizziamo i recenti progressi nell'accordo sull'AI Act, con focus su alto rischio, governance e futuro della IA in Europa.

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Il 24 ottobre scorso ha segnato una data cruciale nel percorso europeo di regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale: i progressi compiuti verso il primo regolamento globale in materia, l’Artificial Intelligence Act (AI Act), delineano il futuro di questo settore fondamentale e in rapida evoluzione.

La sessione trilogica – che vede il confronto diretto tra Commissione europea, Parlamento e Consiglio – ha tracciato una strada potenzialmente condivisa per affrontare le sfide poste dall’IA, in particolare quelle ad alto rischio. La Presidenza spagnola, avendo posto come priorità l’approvazione di tale regolamento denominato AI act, ha impresso una notevole accelerazione ai lavori, suscitando però timori riguardo la chiarezza e la qualità del testo.

Questo processo legislativo del nuovo regolamento AI act, caratterizzato da una fase preparatoria controversa e piena di dubbi e polemiche, è emblematico dell’incertezza che avvolge la tecnologia IA e il suo impatto sociale, economico e giuridico. La presenza di numerosi punti ancora aperti – tra cui il Fundamental Right Impact Assessment (FRIA), la sostenibilità dei report, la General-Purpose AI (GPAI) e i Foundation Model (FM) – dimostra la complessità e la varietà delle materie trattate.

Nonostante le difficoltà, durante il trilogo del 24 ottobre, sono stati fatti passi importanti verso un’intesa, soprattutto in merito ai sistemi IA ad alto rischio. Il compromesso raggiunto, come sottolineato da Brando Benifei (S&D, Italia), relatore dell’AI Act, prevede una definizione più circoscritta e operativa di tale concetto, delineando i casi in cui un sistema IA può essere considerato tale. La Commissione, inoltre, potrà aggiornare queste condizioni, garantendo un adattamento costante del regolamento alle evoluzioni future del settore.

I punti salienti posti in discussione nel AI Act

La questione degli FM, ovvero i modelli su cui si fondano numerosi sistemi IA contemporanei, sembra avvicinarsi a una soluzione. Gli FM ad alto impatto e rischio sistemico saranno assoggettati a regole più severe, sia preventive che successive all’implementazione, evidenziando la volontà di un controllo più marcato su tecnologie potenzialmente pervasive e trasformative.

Sul piano della governance, il consenso emerso attorno alla proposta di centralizzare la supervisione attraverso l’Ufficio AI è significativo. Questo non solo focalizzerebbe le risorse e creerebbe sinergie, ma anche assicurerebbe una coerenza maggiore nell’approccio al mercato digitale europeo, benché i dettagli operativi rimangano da definire.

Nel mirino dei legislatori europei, con l’AI act, oltre alla protezione dei diritti fondamentali e alla sicurezza dei consumatori, vi è una chiara preoccupazione per garantire che l’innovazione non sia soffocata da un eccesso normativo. L’equilibrio tra regolamentazione e libertà innovativa sarà decisivo per il futuro dell’IA in Europa.

Se il clima collaborativo permarrà, si prevede che il prossimo trilogo del 6 dicembre potrebbe concludersi con un accordo finale. Tale esito non solo stabilirebbe un precedente normativo globale per l’IA, ma influenzerebbe anche direttamente la competitività, la sicurezza e l’etica dell’uso dell’IA nel continente.

Non vi è dubbio che il cammino verso l’adozione dell’AI Act è intriso di sfide tecniche, etiche e politiche. Il tentativo di delineare un quadro normativo chiaro e flessibile, capace di adattarsi ai rapidi cambiamenti tecnologici, potrebbe non solo plasmare lo sviluppo dell’IA in Europa, ma anche servire da modello per regolamenti futuri a livello globale. Il risultato di queste trattative sarà dunque decisivo non solo per l’UE, ma per l’intero ecosistema globale dell’IA.

28 Paesi firmano dichiarazione di Bletchley per garantire un’IA sicura

In questo scenario in continua evoluzione, la recente iniziativa del 1 novembre 2023 a Bletchley Park rappresenta un ulteriore, fondamentale passo avanti. La “dichiarazione di Bletchley”, firmata dai delegati di 28 Paesi, tra cui Stati Uniti, Cina e membri dell’Unione Europea, pone un segnale forte e concreto nella direzione di un impegno collettivo per la gestione dei rischi associati all’avanzamento dell’intelligenza artificiale. La scelta del sito, teatro nevralgico di decrittazione durante la Seconda guerra mondiale e oggi museo, simboleggia la consapevolezza storica e l’urgenza di un intervento coordinato e globale.

Il summit globale sull’IA e la conseguente dichiarazione, annunciata dal primo ministro britannico Rishi Sunak, non sono solo un omaggio al passato, ma rappresentano un punto di partenza verso un futuro in cui la tecnologia IA sarà sviluppata in maniera sicura e responsabile. Questo primo documento intergovernativo è un riconoscimento esplicito della necessità di un’azione congiunta urgente per comprendere e gestire i rischi potenzialmente catastrofici dell’IA.

La chiamata all’azione di Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, aggiunge un ulteriore livello di urgenza a questa iniziativa. Harris, evidenziando la velocità delle trasformazioni apportate dall’IA, ha sottolineato la necessità di responsabilizzare le aziende tecnologiche, non solo attraverso lo sviluppo tecnologico, ma anche mediante l’adozione di normative adeguate. Le sue parole fanno eco alle preoccupazioni e agli obiettivi dell’AI Act Europeo e rafforzano l’idea che, oltre alla minaccia di attacchi informatici di massa o di armi biologiche elaborate dall’IA, vi sia un ampio spettro di rischi da considerare.

La firma della “dichiarazione di Bletchley” segna così l’inizio di un nuovo sforzo globale, che mira a costruire la fiducia del pubblico nell’intelligenza artificiale e a garantire un suo utilizzo sicuro e responsabile. Questo movimento, parallelo all’impegno dell’Unione Europea attraverso l’AI Act, testimonia una crescente consapevolezza internazionale sui pericoli e le opportunità dell’IA. Le decisioni prese oggi, sia a livello europeo che globale, avranno un impatto significativo su come la tecnologia IA modellerà la nostra società in futuro.

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