Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha respinto il ricorso presentato da alcuni fisioterapisti, affermando che l’osteopatia non si sovrappone ad altre discipline e non crea danni alle competenze professionali riconosciute ad altre professioni. Questa decisione, rappresenta un passo avanti significativo per la salute pubblica e per il benessere dei cittadini.
La sentenza n. 12312 del 21 luglio 2023, emessa dal Tar Lazio, ha confermato che l’osteopatia è una figura professionale autonoma e indipendente, che ha il suo spazio ben definito nel campo della prevenzione. Questo riconoscimento è stato possibile grazie al decreto del Presidente della Repubblica del 7 luglio 2021 n. 131, che ha recepito l’accordo tra stato e regioni per l’istituzione della figura dell’osteopata, prevista dall’art. 7 della legge n. 3/2018 (legge Lorenzin).
I fisioterapisti avevano impugnato il decreto, sostenendo che la nuova professione di osteopata andava a intaccare le loro competenze professionali esclusive e avrebbe creato sovrapposizioni tra le due figure. Tuttavia, i giudici hanno analizzato attentamente l’intero processo che ha portato al riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria.
Infatti, prima di adottare il decreto impugnato, è stato avviato un lungo procedimento che ha coinvolto diverse associazioni professionali e soggetti pubblici competenti. Le scuole aderenti ad Aiso (Associazione italiana scuole di osteopatia) hanno fornito il loro contributo tramite la Aemo (Accademia europea di medicina osteopatica), assistite dall’avvocato Tommaso Paparo del Foro di Roma.
Inoltre, il Consiglio superiore di sanità (CSS) ha svolto un ruolo cruciale, elaborando un parere tecnico-scientifico che evitasse sovrapposizioni tra le competenze dell’osteopata e quelle dei fisioterapisti. Grazie a questo parere, la figura dell’osteopata è stata collocata nell’ambito della prevenzione, in modo da scongiurare eventuali conflitti di competenza.
Una valida legittimazione dell’osteopatia come professione sanitaria indipendente.
Con questa sentenza, il Tar Lazio ha inteso sottolineare che la definizione delle attività e delle funzioni caratterizzanti la professione dell’osteopata sia stata frutto di un’istruttoria approfondita e completa, basata su dati tecnico-scientifici rilevanti e su valutazioni attentamente ponderate. Ciò ha garantito il rispetto delle norme di legge, soprattutto per quanto riguarda le competenze dei fisioterapisti, e ha ribadito il carattere discrezionale e tecnico-scientifico delle scelte adottate.
Quindi, l’osteopatia è stata riconosciuta come una professione indipendente, ma è l’ordine professionale stesso a essere chiamato a vigilare sull’osservanza dei confini stabiliti con altre discipline. Questo significa che l’ordine dei professionisti dell’osteopatia dovrà garantire che gli osteopati operino nel rispetto delle proprie competenze, senza invadere il territorio di altre professioni sanitarie.
Questa decisione segna un importante passo avanti per l’osteopatia in Italia. Essa potrà ora svilupparsi e crescere come professione sanitaria autonoma, contribuendo a migliorare la salute e il benessere dei cittadini. L’osteopatia offre un approccio complementare alla medicina tradizionale, basato sulla stimolazione delle capacità di auto-guarigione del corpo e sull’equilibrio delle strutture muscoloscheletriche.
Molti cittadini italiani beneficeranno di questa nuova opportunità di cura e prevenzione, poiché l’osteopatia si rivela particolarmente utile in una vasta gamma di condizioni, tra cui dolori muscolari e articolari, problemi posturali, disfunzioni viscerali e molto altro. L’approccio olistico dell’osteopatia può contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone, riducendo il ricorso a farmaci e interventi chirurgici.
L’osteopatia è già diffusa in molti paesi, ed è riconosciuta come una delle professioni sanitarie complementari più diffuse al mondo. Il riconoscimento ottenuto in Italia è quindi un passo fondamentale per allinearsi agli standard internazionali e fornire ai cittadini un’opzione terapeutica aggiuntiva e valida.
È importante sottolineare che il riconoscimento della professione di osteopata è stato ottenuto senza ledere le competenze di altre figure professionali. Al contrario, il processo di riconoscimento ha messo in luce la capacità di collaborazione tra diverse associazioni professionali e istituzioni, con l’obiettivo comune di garantire la qualità e la sicurezza delle cure sanitarie offerte alla popolazione.
Il via libera alla professione sanitaria di osteopata rappresenta una conquista significativa per la salute pubblica in Italia. L’osteopatia avrà ora la possibilità di svilupparsi e contribuire al benessere dei cittadini, offrendo un approccio olistico e complementare alla medicina tradizionale. Con l’ordine professionale a vigilare sul rispetto delle competenze, si può garantire un percorso di crescita responsabile e consapevole per questa figura professionale, a beneficio di tutti i pazienti che potranno avvalersi dei suoi servizi.