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Pesca, dall’UE nuovi fondi: “Ma zero novità e troppe limitazioni”

Entusiasmo da Bruxelles sulle nuove risorse stanziate per il 2021-2027. Ma secondo Gennaro Scognamiglio (UNCI Agroalimentare) mancano ancora le condizioni per un vero rilancio.

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È stato finalmente raggiunto un accordo tra Parlamento, Commissione e Consiglio sul nuovo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacultura (FEAMPA), pronto a stanziare 6,1 miliardi di euro per i prossimi sette anni. Un accordo che, nelle intenzioni, vorrebbe rilanciare il settore ittico europeo in un momento molto difficile, tra le perdite economiche causate dall’emergenza Covid, lo spettro delle conseguenze della Brexit e le opportunità dello EU Green Deal.

Da Bruxelles si evidenziano, tra i punti salienti dell’accordo, la possibilità che il nuovo fondo finanzi gli investimenti per l’ammodernamento delle flotte, la qualità delle catture sui pescherecci dell’UE, il rinnovo degli alloggi, oltre che la loro messa in sicurezza e la loro efficienza energetica. Sarà ad esempio finanziata  la sostituzione o modernizzazione dei motori dei pescherecci, così da accrescerne l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO2.

Parlamento e Commissione UE esultano anche per la misura che promuove gli incentivi all’acquisto di imbarcazioni per la piccola pesca costiera e la possibilità di finanziamento per l’acquisizione di un’imbarcazione da parte dei giovani pescatori: si tratta di un passo che, almeno negli intenti, mira a frenare il progressivo distacco dei giovani verso l’attività della pesca attraverso un incentivo concreto.

Il nuovo FEAMPA, che fa parte del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e insieme ai fondi nazionali cofinanzierà progetti al 70%, contiene anche disposizioni per contribuire a rispondere a crisi eccezionali che causano perturbazioni del mercato, quali misure di ammasso temporaneo o la compensazione dei costi aggiuntivi. Al fine di contribuire alla sicurezza alimentare dell’UE e ridurre la dipendenza da paesi terzi per i prodotti della pesca, i negoziatori hanno confermato anche la necessità di continuare a sostenere l’acquacoltura europea incoraggiando gli investimenti nel settore e promuovendo la qualità e il valore aggiunto di tali prodotti.

Fino a qui le informazioni arrivate direttamente dal Parlamento europeo e dalla Commissione. A smorzare gli entusiasmi è invece il Dipartimento Pesca dell’associazione di categoria UNCI Agroalimentare, per voce del Presidente Gennaro Scognamiglio: “Il nuovo FEAMP riscrive quanto riportava l’accordo degli anni precedenti, senza apportare novità rilevanti. Già con i Fondi stanziati fino ad oggi si prevedeva la possibilità di finanziare gli ammodernamenti o la messa in sicurezza delle imbarcazioni. Ma non sarà questo a contribuire al rilancio del settore, ancora troppo condizionato da limitazioni imposte proprio a livello europeo. Pensiamo ad esempio al regolamento Westmed che impone un numero limitato di giornate per la pesca a strascico, favorendo l’import di pesce da Paesi terzi. Così si distrugge la tipicità del Mediterraneo e si porta nelle nostre tavole un prodotto che non rispecchia la nostra identità“. Secondo il Presidente una vera novità poteva essere rappresentata da incentivi a pescaturismo e ittiturismo, che ancora non sono presenti.

Gennaro Scognamiglio non si lascia andare in facili entusiasmi neanche in merito agli incentivi per i giovani: “Queste misure sono uno specchietto per le allodole. Non possiamo cercare di favorire il ricambio generazionale elargendo fondi per una percentuale degli investimenti sostenuti salvo poi creare condizioni di mercato ai limiti della sostenibilità. Se un giovane, oggi, sa di poter andare in mare 130-140 giorni all’anno a fare il suo lavoro dovendo invece mangiare per 365 giorni non sarà incentivato ad acquisire una licenza di pesca e una barca per lanciarsi in questa avventura“. Per rilanciare un settore non bastano, dunque, i fondi. Servono anche regolamenti adeguati per rendere il mercato europeo competitivo rispetto ai concorrenti extraUE.

Giovanni Guarise
Giovanni Guarise
Giornalista professionista dal 2010. Nel corso degli anni da freelance ha dedicato particolare attenzione al mondo della Piccola e Media Impresa con approfondimenti, focus e attività di comunicazione.
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