La pesca sostenibile è tra le priorità del 2020. Gli ultimi dati danno speranza: normative rigorose migliorano lo stato di salute degli stock europei.
Nel Mare del Nord e nel Mar Baltico un sfruttamento troppo intensivo della pesca aveva ridotto drasticamente le capacità di riproduzione dei pesci, generando dati allarmanti calcolati nel corso degli ultimi 10 anni. Nell’ultimo decennio solo una specie su sette, tra quelli pescati, rispetta parametri di sostenibilità, il resto risulta ancora sovra-sfruttato, riporta la direzione generale degli Affari Marittimi e della Pesca dell’Unione Europea. Quest’anno sette stock su dieci vengono pescati in modo sostenibile.
Come ha fatto l’Unione Europea a realizzare tale traguardo? Da una parte, affrontando il problema dei pescatori che rimettono nuovamente in mare i pesci non oggetto di attenzione. I pescatori stanno cambiando il modo in cui lavorano e adattando le loro attrezzature, attraverso formazione e nuove tecnologie, per evitare di catturare pesci troppo piccoli o specie che non possono rientrare nelle categorie ufficiali della pesca.
L’altro aspetto da considerare è la collaborazione internazionale in tema di pesca. Tale approccio risulta importante anche per l’Italia. Lo scorso mese di novembre, ad Abu Dhabi, durante una riunione Ministeriale dell’Organizzazione IORA, l’Italia è stata ufficialmente accolta come partner di dialogo di questa importante organizzazione regionale.
Come possiamo leggere da un comunicato stampa di Blue Sea Land: “La Indian Ocean Rim Association (IORA), dinamica organizzazione intergovernativa volta a rafforzare la cooperazione regionale e lo sviluppo sostenibile nella regione dell’Oceano Indiano attraverso i suoi 22 Stati membri e 9 partner del dialogo ha avviato una collaborazione ufficiale con l’Italia“.
Per Mario Andrea Vattani, Ministro Plenipotenziario, Coordinatore UE-Asia-Pacifico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, “Una partnership concreta e operativa dell’Italia con la IORA, anche in vista del prossimo appuntamento dell’EXPO Dubai 2020, potrà in futuro aumentare la proiezione dell’Italia in una regione dove sono rilevanti le sfide dello sviluppo sostenibile e della sicurezza marittima, e permetterà anche di cogliere reciproci benefici che lo straordinario sviluppo dei Paesi della regione dell’Oceano Indiano offre alle aziende di tutti i paesi coinvolti”.
Il Presidente del Distretto della Pesca – Cosvap, Nino Carlino, che ha voluto fortemente il coinvolgimento di una delegazione dei Paesi Iora, all’ultima edizione del Blue Sea Land di Mazara del Vallo, ha inviato una comunicazione al Ministro Vattani ed al Direttore Generale del Ministero degli Affari Esteri, Luca Sabbatucci, in cui dichiara: “Sono estremamente felice del risultato ottenuto, segno di un lavoro certosino per il quale tutta la diplomazia italiana può andare fiera, e, per il quale, anche se in minima parte, siamo lieti di aver potuto dare il nostro contributo grazie al Blu Sea Land“.
La necessità di una diplomazia della pesca in Europa e nel Mediterraneo Allargato diviene sempre più oggetto di attenzione sia da parte delle istituzioni sovranazionale che da parte dei singoli pescatori che vivono sulla propria pelle le problematiche generate dallo sfruttamento intensivo e dall’inquinamento del nostro mare.
L’Europa mira a ripristinare tutti i suoi stock ittici nei livelli sostenibili entro il 2020. Un decennio di duro lavoro che sta generando risultati per la gioia dei pescatori marittimi e dei consumatori europei.
“Tutti i pescatori europei sono sulla stessa barca: pescano con le stesse quotazioni e vendono nello stesso mercato, quindi è normale che ci siano regole e regolamenti comuni per garantire una concorrenza leale tra i pescatori di diversi di paesi “, ha affermato Marion Fiche capo progetto dell’organizzazione di produttori britannici, “Les Pêcheurs de Bretagne“.