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Politiche green per nuovi investimenti e sovvenzioni europee

La comunità imprenditoriale mediterranea ed europea torna ad interrogarsi sulla problematica delle condizioni green per dare avvio a nuovi investimenti e accedere alle sovvenzioni europee.

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La comunità imprenditoriale mediterranea ed europea torna ad interrogarsi sulla problematica delle condizioni green per dare avvio a nuovi investimenti e accedere alle sovvenzioni europee. Il Just Transition Fund rispetto ai 40 miliardi iniziali scenderebbe a 10 miliardi di euro. Le tematiche legate al clima restano centrali nelle politiche di Bruxelles, ed ottiene il 30% delle risorse del bilancio UE 2021-27 e di Next Generation EU. In base alle conclusioni del Consiglio europeo con l’accordo sul Recovery Fund e il bilancio 2021-27 le politiche climatiche e le condizioni green per lo sviluppo economico continueranno ad essere al centro dell’azione europea. 

Nel 2018, l’allora presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, presentando la proposta per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, aveva suggerito che una quota pari al 25% delle risorse fosse destinata al clima ed un’economia a basse emissioni.  Punto su cui ha insistito a maggio di quest’anno anche la nuova commissione guidata da Ursula von der Leyen, che nel presentare la nuova proposta per QFP e Next Generation EU ha sottolineato la necessità di tenere ben presenti le priorità europee: “la duplice transizione verso un’Europa climaticamente neutra e un’Europa resiliente e digitalizzata”.

Oltre a prevedere che il 30% delle risorse sia destinato al clima, gli investimenti che dovranno essere realizzati in UE dovranno rispettare il target della neutralità climatica entro il 2050 e contribuire al raggiungimento dei nuovi obiettivi climatici dell’Unione. Inoltre, per arrivare in tempo agli Obiettivi al 2030, servono maggiori investimenti diretti verso beni a impatto zero.

La Commissione calcola che, solo in materia di clima ed energia, occorreranno 260 miliardi di euro annuali di investimenti aggiuntivi nel periodo 2021-2030. Una notevole quantità dei fondi sarà profusa nel miglioramento dell’efficienza energetica dei settori residenziale e terziario. Il rapido lancio delle infrastrutture per i carburanti alternativi entro i prossimi due anni sarà inoltre un passo fondamentale per ridurre il livello di emissioni. In questo contesto, sono necessarie modifiche ai sistemi fiscali e di sovvenzione, per garantire la diffusione degli incentivi e non oltrepassare le soglie di emissione.

Le priorità di ripartizione per il Just Transition Fund restano in linea con la proposta della Commissione Europea, compresi un importo massimo e una riduzione proporzionata dell’intensità minima dell’aiuto.  L’accesso al Fondo sarà limitato al 50% della dotazione nazionale per gli Stati membri che non si sono ancora impegnati a conseguire l’obiettivo di un’Europa a impatto climatico zero entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi, mentre l’altro 50% verrà reso disponibile una volta accettato tale impegno.

Nelle ultime settimane sono emerse interessanti novità dal punto di vista squisitamente giuridico. La Corte dei conti europea ha confermato la prioritaria necessità di stabilire un legame più chiaro con gli obiettivi dell’Unione Europea in materia di clima e ambiente: i finanziamenti dovrebbero essere maggiormente basati sulle necessità e orientati alla performance. In caso contrario, viene evidenziato l’elevatissimo rischio che il cambiamento strutturale necessario non si concretizzi e che la transizione verso un’economia verde debba essere nuovamente finanziata poiché non applicate le condizioni green per la crescita economica.

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