Nel quarto trimestre 2020, la pressione fiscale è stata pari al 52,0% (il dato più alto dal quarto trimestre del 2014), in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto al 50,7% allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante la riduzione delle entrate fiscali e contributive.
Lo rende noto l’Istat spiegando che nel 2020 la pressione fiscale si è attestata al 43,1% del Pil, in aumento rispetto al 42,4% del 2019. Nel III trimestre, era al 39,3%.
Al contempo, lo scorso anno il prodotto interno lordo italiano è crollato dell’8,9%.
Il deficit/Pil nel 2020, e cioé complessivamente nei quattro trimestri dello scorso anno, vola al 9,5% in netto peggioramento rispetto all’1,6% del corrispondente periodo del 2019.
In termini di incidenza sul Pil, nel 2020 il saldo primario e il saldo corrente sono risultati negativi, pari rispettivamente al -6% (+1,8% nel 2019) e al -4,3% (+1,7% nel 2019).
Solo nel IV trimestre il deficit/Pil è stato pari al 5,2%; nello stesso periodo dell’anno precedente risultava un accreditamento dell’1,9%.
Il saldo primario delle A.P. (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, nel quarto trimestre, con un’incidenza sul Pil del -1,9% (+5,2% nel quarto trimestre del 2019), mentre il saldo corrente delle A.P. e’ stato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,5% (+5,6% nel quarto trimestre del 2019).
“Come nei primi nove mesi dell’anno, l’incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è sensibilmente aumentata in termini tendenziali per la riduzione delle entrate e per il consistente aumento delle uscite, dovuto alle misure di sostegno al reddito di famiglie e imprese” sostiene l’istituto nazionale di statistica.
Infine, è in netto aumento, nel 2020, il rapporto debito/Pil che sale al 155,6% mentre nel 2019 era pari al 134,6%.