Esiste un modo migliore per promuovere le buone pratiche ecologiste e l’approccio sostenibile per la pesca nel Mediterraneo se non con la formazione? Sono innumerevoli le strutture accademiche e quelle del settore legate alla blue economy che stanno pensando alla formazione come passo importante per le nuove prospettive della pesca e dell’innovazione. “La pesca sostenibile rappresenta sempre più il futuro del settore ittico, perché significa rispetto dell’habitat naturale, consumo responsabile e gestione efficace delle attività. Per questa ragione abbiamo avviato un importante progetto di formazione degli operatori“, ha recentemente dichiarato Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci Agroalimentare.
Le realtà del settore sono oramai consapevoli che una maggiore attenzione nei confronti della pesca sostenibile, seguendo le indicazioni che vengono da organizzazioni internazionali come la Fao, l’Unione Europea e le associazioni ambientaliste sono le priorità del settore. Le piccole società e aziende legate alla pesca artigianale rappresentano una realtà fondamentale dell’economia ittica del nostro Paese ma anche un anello fragile della nostra realtà economica, piccole aziende generatrici di interessi culturali e storici, strutture tradizionalmente sensibili al tema della protezione dell’ecosistema.
Tali realtà possono fungere da traino nella trasformazione del ciclo produttivo. Processi di cattura meno invasivi, valorizzazione della qualità, della tracciabilità del pescato puntando sulle specie maggiormente legate all’identità del territorio, sperimentazione di pescherecci innovativi dotati delle più moderne tecniche di lavorazione iniziale e conservazione del pesce possono rappresentare le strategie sulle quali si può basare il rilancio di una filiera sostenibile della pesca. Processi di cattura meno invasivi, valorizzazione della qualità del pescato puntando sulle specie maggiormente diffuse e non a rischio, conoscenza e approfondimenti sulle ultime tipologie di pescherecci dotati delle più moderne tecniche di processamento e conservazione del pesce sono queste le strategie sulle quali si può basare il rilancio di una filiera sostenibile della pesca.
Avviare un processo di Alta Formazione attraverso la collaborazione tra i protagonisti del settore della pesca, della tutela del mare e con network accademici del Mediterraneo risulta particolare importante per diffondere, adattare, avviare e condividere le reciproche conoscenze ed esperienze vissute da pescatori, professionisti di ICT e rappresentanti di istituzioni globali, internazionali e di organizzazioni non governative. Partendo dalla consapevolezza dell’importanza che i pescatori su piccola scala hanno per la sicurezza alimentare e per la lotta alla povertà, le associazioni sia di categoria che quelle che si battono per la tutela del mare potrebbero attraverso l’alta formazione trovare soluzioni al grande problema di scarsità di raccolta dati che si ha in questo settore e di regolamentazione inefficiente dello stesso.
Una regolamentazione spesso basata su un approccio troppo commerciale e non digitale che non guarda ai reali bisogni di questi lavoratori e che non riesce a valorizzare e tutelare l’importanza del mare e della pesca per l’intero circuito del Mediterraneo.