Il futuro della gestione dei rifiuti e del packaging nell’Unione Europea sta prendendo una direzione radicalmente nuova. Martedì 24 ottobre, la Commissione Ambiente (ENVI) ha votato la revisione del Regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio, un nuova disposizione che segnerà una tappa importante nel percorso verso l’economia circolare. Con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni, si delinea un panorama legislativo che potrebbe cambiare il volto della produzione e del consumo nell’UE.
La relatrice Frédérique Ries ha visto l’approvazione di tutti i suoi compromessi, nonostante uno scarto minimo di voti. Le proposte alternative, volte a bilanciare la differenza di trattamento tra riuso e riciclo, non hanno ottenuto il consenso necessario, lasciando presagire un imminente cambiamento nel settore degli imballaggi.
Ma cosa contiene il nuovo Regolamento su imballaggi e rifiuti?
Il cuore della revisione riguarda l’eliminazione immediata di varie tipologie di imballaggi monouso e l’introduzione di obiettivi obbligatori di riutilizzo. Questa disposizione, implica una forte spinta verso il riuso, accompagnato dalla disciplina unica della responsabilità estesa del produttore, che adesso abbraccia anche gli operatori online. La Commissione si troverà, inoltre, di fronte al compito di valutare, entro il 2025, obiettivi e criteri di sostenibilità per la plastica a base biologica, un elemento chiave per ridurre la dipendenza dalla plastica tradizionale.
Particolarmente significativo è il divieto di vendita di sacchetti di plastica molto leggeri, inferiori a 15 micron, eccezion fatta per quelli necessari a fini igienici o come imballaggio primario per alimenti sfusi, al fine di evitare sprechi alimentari. In parallelo, il Parlamento punta a incentivare soluzioni di riutilizzo e ricarica per i consumatori, stabilendo specifici requisiti per l’imballaggio riutilizzabile e obbligando i distributori nel settore HORECA a offrire ai consumatori la possibilità di portare i propri contenitori.
Un altro punto cardine del regolamento, è il divieto dell’uso di “prodotti chimici eterni” (PFAS e Bisfenolo A) negli imballaggi a contatto con gli alimenti, visti i loro effetti nocivi sulla salute. Questa decisione va incontro ad una crescente consapevolezza dei rischi associati a certi materiali e processi produttivi, spostando l’attenzione su alternative più sicure e sostenibili.
Le scadenze per il recepimento del nuovo regolamento
La revisione impone inoltre requisiti più stringenti affinché tutto l’imballaggio nell’UE sia considerato riciclabile. I paesi membri dovranno garantire che entro il 2029 venga raccolto separatamente il 90% dei materiali contenuti nell’imballaggio. Questa disposizione estenderà la responsabilità non solo ai produttori fisici, ma anche ai fornitori di servizi online.
Se da un lato queste misure del nuovo regolamento, rappresentano un progresso evidente verso l’economia circolare, d’altro canto sollevano preoccupazioni in ambiti quali il settore industriale. Confindustria, per esempio, continua a sostenere la necessità di un equilibrio maggiormente orientato al riciclo, evidenziando l’importanza di non trascurare la competitività delle imprese nell’adattarsi a queste nuove normative.
Il voto finale del Parlamento sulla proposta della Commissione ENVI è previsto per la seconda plenaria di novembre. L’outcome determinerà non solo la traiettoria dei rifiuti e degli imballaggi nell’UE, ma anche come le aziende, i consumatori e l’ambiente interagiranno in un contesto di crescente consapevolezza ecologica e di sostenibilità.
In questa svolta, il ruolo dell’UE appare chiave nel definire un nuovo modello di produzione e consumo. Questa revisione del Regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio è, dunque, più di una semplice regolamentazione; è il simbolo di un impegno verso un futuro più verde e responsabile, dove ogni scelta, dal design del prodotto alla sua disposizione finale, viene vista attraverso la lente dell’ecologia e della sostenibilità.