La prima settimana di novembre, in versione rigorosamente online e digitale, vede il protagonismo di Ecomondo 2020, la grande fiera dedicata alla green economy. La fiera che indaga temi importanti come lo sviluppo sostenibile e l’economia circolare si sviluppa con un appuntamento speciale. Non più in presenza, ma a distanza, grazie all’applicazione dedicata e a una nuova piattaforma digitale, che consentirà ai partecipanti di esplorare tra prodotti, innovazioni, idee in mostra. E anche partecipare agli incontri in programma. Durante i lavori, particolare importanza è stata dedicata ai progetti legati al contrasto all’inquinamento da plastiche. L’Associazione Ambiente e Lavoro ha predisposto un progetto per la riduzione degli imballaggi in plastica nella gestione dei magazzini e del packaging. Tale progetto è stato presentato online durante i lavori della fiera digitale. Al progetto, definito con Legambiente Lombardia, hanno collaborato ricercatori del CNR e hanno aderito alcune aziende e comuni lombardi. Nell’incontro programmato sono state presentate le linee guida e le finalità economiche e sostenibili del progetto. Le aziende coinvolte nel progetto sono Calvi Spa di Merate, Novacart Italia Spa, Novatex Italia Spa e Carglass di Osnago.
“Abbiamo individuato un territorio importante per l’implementazione delle caratteristiche di sostenibilità legate alla produzione. Abbiamo individuato quattro aziende che vogliono mettersi in discussione per la riduzione significativa dell’utilizzo della plastica negli imballaggi. Un’azienda del settore tessile, un’azienda nella produzione di carta, una del settore della gomma plastica e un’azienda metalmeccanica. Tutte aziende del territorio di Lecco, di medie dimensioni, che vogliono sviluppare la propria produzione rispettando l’ambiente ed eliminando la plastica. Abbiamo chiesto al CNR di darci una mano nel trovare, attraverso la ricerca, soluzioni per ridurre l’impatto ambientale dei processi lavorativi e come possiamo verificare e registrare i progressi in tema ambientale. I temi del progetto saranno sviluppati dal 2021 al 2022 con uno studio azienda per azienda, individuando i punti di possibile modifica, di possibile innovazione e di promozione di tale pratiche con la collaborazione del territorio e delle amministrazioni pubbliche. E’ indubbio che tale visione assume importanza in un processo complessivo di produzione e sostenibilità. Altro tema centrale è stato quello dell’utilizzo dell’acqua nella produzione aziendale e nel processo di lavorazione delle aziende che abbiamo selezionato“, ha dichiarato Wolfango Pirelli, Segretario nazionale dell’ Associazione Ambiente e Lavoro.
Successivamente è intervenuto Marzio Marzorati di Legambiente Lombardia che ha ribadito: “Tentiamo di collegare da sempre i problemi della popolazione, della qualità ambientale e sociale con l’innovazione e l’economica sociale. La Fondazione Cariplo è in Lombardia un attuatore incredibile per finanziamenti in tale ambito. Ci sono relazioni importantissime tra le imprese del territorio del lecchese e dell’alta Brianza che grazie a tale partenariato hanno generato un circuito di imprese, di comuni e fondazioni estremamente pro attivo, mettendo insieme varie visioni legate all’ambiente e alla produzione. La nostra è una sfida alla plastica monouso in piena pandemia sanitaria e attraverso la digitalizzazione. Molte riunioni sono avvenute online, le più importanti discussioni sono avvenute tramite le piattaforme digitali e con gli strumenti dell’innovazione. Dobbiamo cambiare l’idea stessa di produzione e occupazione, l’idea dell’utilizzo della plastica e l’utilizzo dei materiali che accompagnano le merci che non possono essere riciclati. Incentivare nuove strategie per la riduzione e il riciclaggio di materiali di imballaggio rendendo tali politiche vantaggiose per il consumatore finale. Stiamo affrontando problemi di pandemia sanitaria che hanno visto aumentare l’utilizzo del monouso per questioni di carattere sanitario e dobbiamo sviluppare nuove politiche anche in tale settore. Dall’impresa alla famiglia attraverso azioni che possono essere registrare e monitorate, con l’implementazione di nuove abitudini che facciano cambiare lo stile di vita ,dall’impresa alla famiglia del lavoratore. Abbiamo una responsabilità che è individuale e dobbiamo produrre cambiamento“.
“A livello europeo parliamo di circa 30 milioni di tonnellate all’anno di plastica e di cui la gran parte proviene dal monouso e dal mondo dell’imballaggio. Viene stimato che entro il 2050 tutti gli uccelli marini ingeriranno elementi in plastica e ciò andrà ad incidere su tutta la filiera alimentare. L’industria della plastica non va criminalizzata in quanto tale, ma vanno sostenuti processi di innovazione che facciano variare i modelli di consumo e di produzione legati alla plastica. Il concetto di sostenibilità è un concetto non più rinviabile perché riguarda la qualità della vita. Inseguire i modelli dell’economica circolare può far bene alle aziende. Tutti i paesi in cui arrivano restrizioni importanti su tale tematica modificano i modelli di consumo e di produzione, così come accaduto in Germania. Progetti in tale ottica possono incentivare ulteriormente i modelli occupazionali. Distribuzione, design, imballaggio e produzione sono settori che possono e devono subire variazioni per incentivare la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente“, ha ribadito Carlo Brondi del CNR di Milano
Senza innovazione e rigenerazione dei processi industriali, le soluzioni promosse dalle grandi imprese che si occupano di alimenti e bevande non riducono a monte la produzione di packaging usa e getta, e consentiranno di perpetuare un modello di business e di consumo insostenibile. L’attenzione nei confronti del problema cresce in modo esponenziale. In Europa, l’associazione europea delle materie plastiche ha messo nero su bianco l’obiettivo di prevenire la dispersione dei rifiuti di qualsiasi tipo, compresi quelli di plastica, e ha accolto con favore l’approvazione della direttiva SUP da parte del Parlamento europeo. Paesi come il Rwanda hanno avviato una campagna per abbattere l’utilizzo della plastica, rendendo illegale importare, produrre, usare o vendere borse e confezioni di plastica, ad eccezione di prodotti specifici per la sanità pubblica e privata. Iniziative che devono far comprendere l’importanza della sinergia tra istituzioni e imprese per un cambiamento produttivo che insegua il modello dell’economia circolare, un patto tra le imprese e le istituzioni per una nuova prospettiva delle comunità.
Sostenere la “transizione verde” e la trasformazione digitale per rilanciare e modernizzare la nostra economia. Investire in tecnologie pulite e competenze digitali, inscritte in un modello di economia circolare per creare posti di lavoro e crescita. Lo sviluppo della tecnologia, abbinato ad un’azione di sensibilizzazione sui consumi e sugli stili di vita, consentirà di coniugare più facilmente ripresa economica e protezione dell’ambiente e di rendere la sostenibilità ambientale più vantaggiosa anche sul piano economico. La Fondazione Cariplo mira a promuovere la transizione green dei territori e delle comunità, testando modelli produttivi e di sviluppo più sostenibili, attraverso il rafforzamento della resilienza delle comunità, la creazione di nuove opportunità di lavoro “green”, di innovazione e di transizione digitale per diversificare e consolidare la propria offerta di servizi e attività. Per aumentare la consapevolezza ambientale delle comunità locali e delle amministrazioni pubbliche relativa all’impatto sulla salute delle produzioni non sostenibili, la sfida sarà far dialogare il mondo della ricerca con i cittadini, le imprese e consolidare le conoscenze ambientali basate su studi, ricerche scientifiche e correlazioni tra fenomeni.