L’adozione volontaria di un modello organizzativo di controllo fiscale e la tempestiva comunicazione del potenziale rischio fiscale possono portare a ridurre o addirittura escludere le sanzioni per le imprese che collaborano con il fisco.
E’ quanto previsto nel disegno di legge delega per la riforma fiscale, scritto dal viceministro dell’economia Maurizio Leo e approvato dal consiglio dei ministri nelle scorse settimane, che prevede sanzioni light per le imprese che scelgono di adottare volontariamente un Tax Control Framework (TCF), ovvero un modello organizzativo di controllo fiscale.
L’articolo 20 del disegno di legge delega stabilisce i principi e i criteri direttivi specifici per la riforma del sistema sanzionatorio tributario, conferendo un’efficacia esimente in caso di volontaria adozione del TCF, ovvero il sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale. Fino ad oggi, l’efficace implementazione del TCF era uno dei requisiti per l’accesso al regime di adempimento collaborativo, istituito dal dlgs 128/2015, che mira a creare un rapporto di collaborazione tra fisco e contribuente basato su doveri reciproci, ispirati alla trasparenza, al fine di conferire certezza preventiva in relazione ai rischi fiscali del contribuente, anziché effettuare controlli successivi e conseguenti contestazioni.
L’accesso al regime di adempimento collaborativo, previsto nella riforma, è subordinato, oltre all’adozione del TCF, anche al rispetto di alcuni importanti requisiti dimensionali. L’art. 17 della stessa legge delega sulla riforma fiscale, richiede che il governo si impegni a ridurre tale soglia di accesso. La novità prevista dalla legge delega riguarda i soggetti che hanno deciso di adottare volontariamente un sistema di controllo del rischio fiscale, scegliendo, quale strategia aziendale, una adeguata gestione della fiscalità e che fino ad ora risultano esclusi da qualsiasi beneficio sanzionatorio.
Obiettivo della riforma fiscale
Il legislatore delegante adotta oggi un approccio coerente rispetto al principio di colpevolezza in materia tributaria. Infatti, ispirandosi al diritto penale, la norma di riferimento prevede che le violazioni fiscali punite con sanzioni amministrative debbano consistere in una azione od omissione, cosciente e volontaria, dolosa o colposa. Ai fini della attribuzione di responsabilità , si richiede, oltre alla volontarietà di una azione, che la stessa sia supportata da un elemento soggettivo (quale, appunto, la colpa, letta in senso penalistico).
Di conseguenza, in caso di accertamento di responsabilità , la riforma prevede che le conseguenti sanzioni amministrative dovranno essere parametrate rispetto alle circostanze specifiche del contribuente, fino a una loro totale esclusione. Secondo le previsioni della riforma, l’adozione del Tax Control Framework e la preventiva comunicazione di un possibile rischio fiscale all’Amministrazione finanziaria escluderebbero la colpa del contribuente, seguendo un razionale analogo a quanto previsto per i modelli di organizzazione, gestione e controllo in tema di responsabilità amministrativa dipendente da reato delle persone giuridiche (responsabilità 231, prevista dal dlgs 231/2001).
Il modello organizzativo di controllo fiscale: cos’è e come funziona
Il modello organizzativo di controllo fiscale è un sistema di regole e procedure adottato da un’impresa per prevenire la commissione di reati tributari. L’adozione di un modello fiscale efficace e l’attivazione tempestiva con regole interne idonee a prevenire la commissione di reati tributari può svolgere una funzione importante non solo nel rapporto interno societario rispetto ai vertici o dipendenti, ma anche nei rapporti infragruppo nei casi di bilancio consolidato.
L’adozione volontaria di un modello organizzativo di controllo fiscale e la tempestiva comunicazione del potenziale rischio fiscale possono portare a ridurre o addirittura escludere le sanzioni per le imprese che collaborano con il fisco. In questo modo, le imprese possono dimostrare la loro buona fede e trasparenza nei confronti dell’amministrazione finanziaria.
Inoltre, l’adozione del modello organizzativo può anche migliorare l’efficienza dell’impresa dal punto di vista fiscale, grazie alla maggiore consapevolezza dei rischi fiscali e alla possibilità di prevenirli in modo tempestivo.
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