La Commissione Europea ha dato il via alla consultazione di un doocumento che delinea la strategia di rilancio post emergenza da Covid-19. Nel testo viene riservata particolare attenzione al sostegno alle imprese di piccole e medie dimensioni, al commercio internazionale, ai rapporti con i partner di tutto il mondo, alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo tecnologico. Ecco i punti cardine della linea di azione europea.
Costruire un’Europa resiliente
L’UE deve perseguire un modello di “Autonomia strategica aperta”. Questo significa semplicemente rafforzare la capacità di perseguire i propri interessi in modo indipendente e deciso, ma continuando a lavorare con partner in tutto il mondo per fornire le migliori soluzioni alle sfide globali. L’Europa deve essere forte e allo stesso tempo dialogante, consapevole del proprio peso politico e decisionale sullo scenario internazionale, ma anche dell’importanza di collaborare con altre grandi realtà per affrontare sfide climatiche e ambientali, ottimizzare le opportunità derivanti dal commercio internazionale ma stando al riparo da forme di concorrenza sleale e proteggendo i nostri cittadini, le nostre imprese e i nostri standard qualitativi. Resilienza, in breve, significa comprendere le nostre dipendenze dall’esterno ma ridurre al contempo le nostre vulnerabilità attraverso un giusto mix di politiche internazionali. In questo senso sarà importante comprendere come sviluppare i rapporti con la Cina, partner chiave ma anche principale rivale commerciale, e come sostenere il commercio multilaterale, plurilaterale e bilaterale basato sulle regole attraverso la costruzione di partenariati reciprocamente vantaggiosi.
Sostenere la ripresa attraverso il commercio internazionale
La crisi da Covid-19 dovrebbe portare ad una profonda recessione globale con alti livelli di
disoccupazione, aumento del debito pubblico, minori investimenti privati (almeno -30% di diminuzione degli IDE globali) e la necessità di un intervento più ampio dello Stato nella gestione dell’economia. Il rischio è che tutto questo si traduca in politiche protezionistiche da parte degli Stati più avanzati, a scapito di una ripresa globale e delle speranza dei Paesi in via di sviluppo. Per questo alcune misure di risposta alla crisi, che sono giustificate a breve termine, non possono diventare la “nuova normalità” in termini di interventi permanenti degli Stati. Serve a tal fine una governance economica internazionale basata su regole chiare, riformando l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e sviluppando nuove e appropriate regole commerciali. Forte di una rete di accordi commerciali con 76 paesi di tutto il mondo, l’UE deve fare di più per aiutare le imprese, in particolare le PMI, a esportare e a investire. Un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta ai partner più vicini all’Europa, in Asia e in Africa. Oltre alla loro importanza geografica e geopolitica, questi Paesi possono offrire un importante surplus in termini di crescita e nuove opportunità.
Sostenere le PMI nell’export
Le PMI, che sono la spina dorsale dell’economia europea, tendono ad affrontare costi più elevati per affacciarsi al commercio internazionale, principalmente a causa della
difficoltà di accesso alle informazioni su potenziali fornitori e partner commerciali in paesi terzi, oltre che nell’accesso ai finanziamenti. L’UE deve adottare strumenti e misure specifiche per sostenere le imprese nelle esportazioni creando sportelli di affiancamento e spazi di contatto con il mondo. Serve quindi rafforzare la politica commerciale a servizio delle PMI e favorire la conoscenza di opportunità e appalti pubblici a livello internazionale.
Sostenere le sfide ambientali attraverso uno sviluppo equo e sostenibile
L’UE è leader mondiale nel sostegno allo sviluppo sostenibile e nel contrasto ai cambiamenti climatici. La strategia di crescita dell’Europa dovrebbe fungere da tabella di marcia nell’ambito dello sforzo di ripresa globale, per favorire la transizione verso un’economia più compatibile alla tutela dell’ambiente in cui viviamo, sia all’interno del nostro mercato unico che in tutto il mondo, in particolare utilizzando strumenti (multilaterali, bilaterali o unilaterali) per promuovere un approccio sostenibile alle politiche di sviluppo. Ad esempio attraverso la facilitazione del commercio verde e degli investimenti per sostenere l’attuazione degli standard internazionali, oppure coinvolgendo i nostri partner commerciali sulla necessità di affrontare sfide comuni, quali la pesca sostenibile o le pratiche agricole sostenibili, i diritti umani e del lavoro, l’uguaglianza di genere.
L’intenzione della Commissione di fare del rispetto dell’accordo di Parigi un elemento essenziale per tutti i futuri accordi commerciali globali.
Sostenere la transizione digitale e lo sviluppo tecnologico
La crisi da Covid-19 ha accelerato la rivoluzione digitale: e-commerce, e-learning, telelavoro, e servizi elettronici sono diventati elementi fondamentali della nostra società. Anche se possiamo tornare indietro nel tempo in alcune aree, molti cambiamenti rimarranno tali per sempre. L’UE riconosce l’importanza del commercio digitale e il suo ruolo nel facilitare il commercio globale, le catene del valore, lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi, riaffermando al contempo la necessità di una un efficace quadro di riferimento per la riservatezza dei dati. Questi sviluppi hanno spinto ad accelerare l’impostazione di standard internazionali per il commercio elettronico, anche per quanto riguarda i flussi di dati. Inoltre, le nuove tecnologie e i cambiamenti nei modelli di business, in particolare nelle aree di intelligenza artificiale, blockchain e stampa 3D – stanno influenzando sia ciò che scambiamo che il modo in cui commerciamo. L’UE continuerà a sostenere questi processi.