Si è svolto un importante evento online sulla cooperazione in tema di recupero delle acque reflue tra Israele e Italia. L’Ambasciata di Israele in Italia e l’Autorità Idrica della Toscana si sono confrontate sulle politiche e tecnologie per il recupero, il trattamento e il riutilizzo delle acque reflue. Durante i lavori Raphael Singer, Ministro per gli Affari Economici e Scientifici dell’Ambasciata di Israele a Roma, Claudio Lubello, Docente di Ingegneria Sanitaria Ambientale e Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze, Harel Gal, Direttore del Dipartimento per il controllo della qualità dell’acqua dell’Israel Water Authority, e diversi rappresentanti di aziende israeliane e italiane che operano nel settore che hanno trattato della tematica analizzando le opportunità di cooperazione e collaborazione.
In Israele, fin dalla sua fondazione, sono state decise diverse e importanti misure riguardo all’utilizzo dell’acqua per uso domestico, industriale e agricolo. La questione idrica è sempre stata considerata di importanza capitale, da parte di tutti i governi israeliani, al pari della questione della sicurezza. L’aumento di popolazione e il conseguente aumento della capacità agricola e industriale ha avuto successo solo grazie ad una puntuale e “tecnologicamente avanzata” strategia di utilizzo delle risorse idriche esistenti e dall’utilizzo della biotecnologia e della ricerca scientifica per generare nuove idee e opportunità per la raccolta dell’acqua, con una sua massima ottimizzazione. Il riciclaggio di Israele delle acque reflue domestiche e industriali sottoposte a trattamento per il riutilizzo è una realtà che merita attenzione in tutto il mondo.
Grazie ad un innovativo procedimento di purificazione si può fare due volte uso delle stesse acque. L’acqua così trattata funge da ricarica per le falde acquifere. Infatti la filtrazione dell’acqua attraverso gli strati del terreno rappresenta un’ulteriore fase di purificazione dell’acqua stessa e, contemporaneamente, la falda funziona come riserva sotterranea di ricarica, evitando in tal modo le perdite dovute all’evaporazione. Oggi, in Israele viene riciclata quasi il 90% dell’acqua, unico caso al mondo. Grazie all’alto grado di purificazione, quest’acqua può essere usata per qualsiasi tipo di coltura senza alcun rischio di utilizzare acqua inquinata. Grazie all’innovazione tecnologica e alla ricerca scientifica, Israele ha affrontato con successo il problema delle acque reflue e degli scarichi domestici caratterizzati dalla presenza di detergenti e sale per lavastoviglie, come anche sale e prodotti chimici di cui si fa uso nell’industria, in cui si era riscontrato che la concentrazione di sali nell’acqua riciclata era circa il doppio rispetto a quelli presenti nell’acqua dolce e che l’irrigazione con acqua riciclata causava una graduale salinizzazione del suolo.
Dopo l’emergere del problema, si è provveduto dapprima a un monitoraggio della concentrazione salina e a un lavaggio dei sali accumulati e poi alla desalinizzazione preventiva delle acque reflue trattate. Questo procedimento è il frutto del lavoro di ricerca e innovazione delle eccellenze israeliane. Oggi il paese ha la maggior percentuale di ingegneri e scienziati al mondo che hanno generato un modello dell’economia della “conoscenza“, una costante simbiosi tra università ed industria affiancata dalla raccolta sul mercato dei finanziamenti necessari a mettere in piedi start-up per sviluppare prodotti e brevetti. In questo contesto, le opportunità di sviluppo e collaborazione industriale nel settore della ricerca e innovazione tecnologica tra Italia e Israele sono importanti. La collaborazione con l’industria italiana è il naturale complemento nel passaggio dalla fase di ricerca e brevettazione a quella di realizzazione e commercializzazione dei prodotti finiti.