Le autorità fiscali dei paesi Ue dovrebbero presto scambiare in automatico un numero più ampio di informazioni relative a voci reddito non finanziarie: dai titolari effettivi di immobili e società ai proprietari di yacht e jet privati, fino ai contanti, arte, oro o gioielli contenuti in cassette di sicurezza, porti franchi o depositi doganali.
Lo stabilisce una risoluzione approvata di recente dalla commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento europeo. Si tratta di una dichiarazione non vincolante, ma non priva di peso effettivo sulle scelte finali, su ciò che il parlamento europeo vuole dalla revisione della direttiva sulla cooperazione amministrativa in materia fiscale (Dac, 2011/16/Ue), ora arrivata alla settima revisione.
Come riporta ItaliaOggi.it, nel documento si invita la commissione a rendere obbligatoria la dichiarazione di tutte le categorie di reddito e di attività del campo di applicazione previste dalla Dac1: reddito da lavoro, pensioni, prodotti di assicurazione sulla vita e beni immobili. Il Parlamento chiede inoltre alla Commissione di valutare la necessità di estendere gli obblighi di segnalazione ad altri tipi di istituti e di rivedere la definizione di conti esclusi, oltre che la necessità di introdurre sanzioni armonizzate ed efficaci per la mancata osservanza degli obblighi.
Il Parlamento manifesta infine “grande preoccupazione” che le informazioni ai fini fiscali sono sottodichiarate e che quelle che vengono comunicate sono sottoutilizzate, questo avviene anche perché il monitoraggio dell’efficacia del sistema è considerato “scarso”. La Commissione e gli stati membri dovrebbero quindi istituire un quadro comune per misurare l’impatto e i costi-benefici della Dac.