Dopo l’aumento delle bollette a spaventare il Governo per l’inizio del 2022 è il caro pasta. I cambiamenti climatici hanno determinato una carenza di prodotto a causa del dimezzamento dei raccolti in Canada, che è il principale produttore mondiale e fornitore dell’Italia. L’ultima estate, infatti, è stata caldissima ed ha distrutto i raccolti di grano in Canada.
Va ricordato che tra la fine di giugno e luglio, alcune parti del Canada e degli Usa sono stati colpiti da un’ondata di caldo storica. E proprio nel paese che è tra i massimi produttori di grano al mondo, ossia il Canada, si è arrivati a toccare addirittura temperature di 50 gradi. La produzione di grano è quindi crollata drasticamente ed il danno è per tanti paesi, con gli scaffali dei supermercati che potrebbero restare vuoti, e i prezzi continuare a lievitare.
Come risolvere allora questo problema? Secondo la Coldiretti, per fermare le speculazioni e garantire la disponibilità del grano e degli altri prodotti agricoli occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali.
Ci sono le condizioni per incrementare la produzione di grano in Italia, che – ricorda l’associazione dei coltivatori – è il secondo produttore mondiale con un quantitativo di 3,85 milioni di tonnellate. Tuttavia la stessa Italia è anche il principale importatore, dato che molte industrie, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale, hanno preferito acquistare sul mercato internazionale approfittando delle basse quotazioni dell’ultimo decennio.
Ora la situazione è cambiata anche sotto la spinta dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano, che ha favorito il boom delle paste 100% Made in Italy: “Ci sono quindi le condizioni per rispondere alle domanda di italianità dei consumatori ed investire sull’agricoltura nazionale che è in grado di offrire produzioni di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.