“Le cronache odierne su Mafia Capitale sono solo la punta di un Iceberg e le norme anticorruzione varate ultimamente dal Governo Renzi ed approvate dal Parlamento, non serviranno a nulla, perché chi è abituato a corrompere ed essere corrotto non ha paura dell’aumento delle pene”. – E’ quanto dichiara in una nota Sergio Passariello, Presidente di Imprese del Sud, movimento associativo imprenditoriale a tutela delle Imprese meridionali.
Serve un provvedimento d’urto – continua Passariello – che contempli misure preventive, specialmente nelle fasi di predisposizione dei bandi di gara e durante la fase di aggiudicazione.
Mancano, ad esempio, – evidenzia Passariello – le sanzioni a carico di quei funzionari e dirigenti pubblici che si discostano dalla normativa generale, la quale già prevede espressamente che ogni requisito aggiuntivo, diverso da quello previsto, è nullo.
E’ prassi, per i burocrati creare degli sbarramenti – sottolinea Passariello – inserendo requisiti di partecipazione ad hoc, per ridurre la concorrenza. Già l’art. 46 comma 1Bis) del D.lgs. 163/2006 prevede chiaramente che “i bandi e le lettere di invito non possono contenere ulteriori prescrizioni a pena di esclusione e che dette prescrizioni sono comunque nulle.”
Ma cosa accade se un “burocrate” malfidato e corrotto, inserisce comunque nel bando di gara un requisito diverso da quello stabilito dalla norma generale?
Nulla…. – risponde Passariello – Il concorrente escluso deve necessariamente ricorrere alla Magistratura Amministrativa, con aggravi di costi economici e forse dopo 3 anni scoprirà che quel requisito “illegittimo” che ha determinato la sua esclusione o mancata partecipazione era infondato.
La stessa Autorità Anticorruzione – prosegue Passariello – si trova paradossalmente nella situazione in cui i suoi pareri non sono vincolanti per la pubblica Amministrazione. Ed il paradosso è prescritto da quella stessa norma sugli appalti pubblici che da un lato istituisce, con spese a carico del sistema, l’ANAC del Presidente Cantone e dall’altro decreta che i pareri espressi dall’Autorità sono d’indirizzo e non vincolanti.
Ora – conclude Passariello – se la politica non ha intenzione di emanare un provvedimento d’urgenza tanto semplice quanto determinante dimostra, di fatto, di volere che i fenomeni corruttivi in questo paese, continuino ad esistere.
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