Il CETA ritorna al centro del dibattito politico italiano, suscitando polemiche e pregiudizi ideologici.
«Il Lazio dice No al #Ceta. Chiediamo al Parlamento di fare lo stesso, difendiamo i nostri produttori e sapori da commercio ingiusto senza regole».
Questo è il Tweet lanciato dall’attuale segretario del Pd Nicola Zingaretti, in risposta alle aperture annunciate dal nuovo ministro all’Agricoltura del Pd nel Governo Conte Bis Teresa Bellanova.
Le parole di apertura del neo ministro dell’Agricoltura su ogm e Ceta hanno scatenato la reazione delle realtà che da anni si battono sia contro un’agricoltura basata sugli organismi geneticamente modificati, sia degli accordi commerciali transnazionali in grado di mettere in pericolo la sicurezza alimentare e i diritti sociali dentro l’Ue e in Italia.
Un attacco continuo contro il CETA, utilizzando anche fake news, che Sergio Passariello fondatore del Think Tank Imprese del Sud denuncia da tempo. L’Unione Europea è il secondo partner commerciale e d’investimento del Canada, dichiara Passariello, un alleato in politica estera e un’importante protagonista per la sicurezza internazionale. Allo stato attuale, l’accordo economico e commerciale globale (CETA) tra Unione europea e Canada non ha portato alle conseguenze negative che alcuni analisti e politici profetizzavano. L’appello è al dibattito pubblico sia in Italia che in Canada. Un appello che abbiamo lanciato e che continuiamo a sostenere.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare, il Ceta sta generando un vero successo per le esportazioni italiane in Canada che, nei primi 5 mesi di quest’anno, sono aumentate del 12,6% rispetto allo stesso periodo del 2018. Anche lo scorso anno le esportazioni erano aumentate in confronto al 2017.
Di fatto, guardando ai dati elaborati dal Centro Studi di Sace, il Ceta si sta rivelando un affare più per l’Italia che per il Canada, così come sta accadendo anche per il Giappone. Il “Made in Italy” in Canada nei primi 5 mesi (gennaio-maggio) del 2019 ha fatto registrare grazie al Ceta un +12,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari a oltre 3,5 miliardi di euro.
A trainare il risultato gli ottimi risultati della meccanica strumentale (+21,4%) che rappresenta anche il primo settore di esportazione, seguito a ruota dalla farmaceutica (+39,6%).
Molto bene anche i metalli(che hanno fatto registrare un +30,8%) e i due settori tipici – alimentari e bevande(+1,6%) e tessile e abbigliamento (+5,7%) – i cui incrementi sono, seppur di minore entità percentuale, in crescita sostenuta da anni.
Il trattato serve ad eliminare una serie di barriere economiche e restrizioni tra Canada ed Europa, in base ad elementi chiave dei rapporti economici: liberalizzazione del mercato dei servizi, accesso delle imprese europee agli appalti pubblici canadesi, abolizione della stragrande maggioranza dei dazi doganali, riconoscimento della tutela delle denominazioni di origine, reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali, più garanzie in materia di proprietà intellettuale.
Nonostante le innumerevoli polemiche e denunce sul trattato, da parte della politica italiana, i dati confermano l’importanza di tali accordi.
Imprese del Sud chiede a tutti i protagonisti politici ed economici delle nostre istituzioni di avviare un serio dibattito sull’accordo Ue – Canada in Italia, monitorando i dati, evidenziando i pregi e superando quelli che appaiono come difetti. Siamo accanto alle imprese e a tutti coloro che vogliono internazionalizzare il proprio mercato aprendosi al mondo e alle opportunità in Canada.