Il 29 aprile è una data importante per l’approfondimento sulla logistica e la città di Trieste. La città-porto di Trieste ha lanciato la sua sfida internazionale. Un’idea-progetto sul proprio ruolo nell’ambito dell’interscambio internazionale che interessa direttamente l’Europa dell’Est. All’interno della trasmissione “Trieste Città Mondo”, su Telequattro, si svolge un interessante confronto tra il professor Giulio Sapelli, Davide Burani dell’American Chamber of Commerce in Italia, Cesare Moscati della Camera di Commercio Italia-Israele, Ettore Pollicardo di Bureau Veritas Italia. I lavori prevedono la presenza del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale e di altri protagonisti del settore. Un evento che pone l’attenzione sul rilancio del progetto della zona franca e di Trieste come Hub internazionale d’Italia. Porta commerciale di un esteso territorio e terminale di un corridoio che, dal Medio ed Estremo Oriente, risale tutto l’Est europeo, sino all’Ucraina e al Baltico.
Trieste è dotata di un patrimonio geopolitico e normativo in grado di farne davvero una città di servizi internazionali. Favorita dalla vicinanza con mercati che crescono e dalla presenza strategica del porto sulle rotte dei grandi collegamenti internazionali, tale realtà necessità di essere analizzata e valorizzata. La primazia italiana nel settore dello Short Sea Shipping nel Mediterraneo lascia intravedere la prospettiva di una felice complementarietà tra il potenziamento a trazione del Medio Oriente e dell’Est del Mediterraneo di questi scali e i principali porti italiani: il nostro Paese si potrebbe proporre come anello di trasmissione fondamentale tra questi grandi scali, mal collegati con l’Europa occidentale, basti pensare allo stato non ottimale delle ferrovie elleniche e dei collegamenti balcanici, e la destinazione finale delle merci orientali o, viceversa, di quelle europee. In questo senso Trieste potrebbe essere un polo attrattivo naturale. Inoltre, ricordiamo che l‘amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia intende dare grande slancio alle relazioni internazionali, specie con interlocutori storici come Israele. I tre secoli di vita del Porto Franco di Trieste, istituito nel 1719 con la storica “Patente” dell’Imperatore Carlo VI d’Asburgo, padre di Maria Teresa, nell’intento, allora pienamente raggiunto, di trasformare la piccola città di allora nel principale scalo marittimo del grande Impero d’Austria, per collegare via mare la vasta area danubiana e centroeuropea al resto del mondo, devono essere concretamente “ripensati”, analizzati e riproposti, con lo sguardo rivolto alle molteplici opportunità che si stanno nuovamente configurando oggi e per l’immediato futuro post pandemia internazionale.
Inoltre, ricordiamo che recentemente la Tum International, compagnia di sviluppo della Technical University of Munich, il rinomato politecnico di Monaco di Baviera che vanta il primato in Germania per le discipline tecniche, ha scelto il porto di Trieste come partner dal punto di vista strategico. Siglato nella sede della Regione il Memorandum of Understanding tra porto di Trieste, Tal-Siot (Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino), Camera di Commercio Italo-Tedesca e Tum International, che mette in moto un Centro di competenze per la portualità e la logistica dell’energia. Obiettivo, quello di sviluppare progetti innovativi volti alla creazione di valore facendo rete con il sistema produttivo bavarese e tedesco, in una prospettiva di crescita sostenibile.
“Dal punto di vista strategico, il porto di Trieste ha raggiunto un profilo di standing internazionale” ha commentato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, “e questo accordo dà testimonianza e merito proprio alla capacità del nostro scalo di essere un punto di riferimento all’estero, anche per il mondo tedesco”. Il Porto è una realtà che merita molta attenzione per le future prospettive geo-economiche della nostra Penisola.