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sabato, Dicembre 21, 2024
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Turismo e alberghi diffusi. Nuove prospettive per l’imprenditoria giovanile della Campania? Intervista ad Agostino Ingenito

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Nonostante una preoccupante situazione economica che caratterizza la Campania e le regioni meridionali della nostra Penisola il turismo balneare e costiero, la scoperta enogastronomica e la ricerca del benessere psicofisicopongono il meridione italiano al centro di interessanti prospettive economiche.

Sono molti i giovani imprenditori che nel tentativo di dare una svolta alla propria instabilità tentano di lanciarsi nel mondo dell’apertura e della gestione di bed and breakfast, casa vacanze o per locazione breve e altre tipologie di gestione legate al turismo giovane.  

L’Abbac è un’associazione di categoria nata per promuovere il fenomeno dell’Ospitalità in Campania nelle varie forme di ricettività. Accreditata presso la Regione Campania, partecipa ai tavoli di concertazione del turismo e mediante le delegazioni territoriali  agli incontri locali oltre che promuovere iniziative pubbliche, convegni ed incontri informativi ed aggiornamento della categoria.Svolge consulenza sindacale per i soci aderenti e favorisce interscambi e convenzioni.

Iscritta al Club Italia Enit partecipa a fiere e borse internazionali e alle delegazioni turistiche.

Nel 2005 ha ricevuto il patronato della Presidenza della Repubblica e menzione per meriti culturali con l’organizzazione di rassegne e incontri culturali. Nel tentativo di comprendere le tematiche e le prospettive di questo variegato mondo imprenditoriale, intervistiamo il presidente dell’associazione Agostino Ingenito, giornalista ed editore, esperto del settore turistico e operativo ricettivo.

Per la prima volta da cinque anni a questa parte, le previsioni per la stagione estiva hanno il  segno meno: tra giugno e agosto sono attese 205 milioni di presenze, quasi 2 milioni in meno rispetto all’estate 2018, pari a una flessione dello 0,9%. Il calo coinvolge turisti italiani (-1,1%) e internazionali (-0,8%). Che prospettive economiche sono previste grazie ai flussi turistici in Campania e quali sono le richieste alle istituzioni? 

Il turismo in Campania è sempre più una risorsa significativa nella nostra regione. La platea di imprenditori ed operatori del settore, seppur con numerose storture, si è estesa negli ultimi anni anche grazie alle nuove tendenze dei viaggiatori, favoriti da voli low cost e piattaforme di prenotazione nel variegato settore ricettivo. Il calo di quest’estate è fisiologico e tiene conto di una ripresa di altre destinazioni come i Paesi del mediterraneo e nord Africa che sono ritornati a conquistare fette di mercato sul turismo individuale e dei gruppi rispetto alle destabilizzazioni degli anni scorsi. 

Aprire e gestire un bed and breakfast, una casa vacanza o a locazione breve, un Affittacamere in Campania e simili. Perché puntare su tale investimento di tempo e denaro? Cosa possiamo dire ai giovani campani interessati a tale settore? 

La Campania è fiaccata da tempo da una crisi economica che ha portato molti settori manifatturieri a vistosi ridimensionamenti con conseguenti crisi aziendali e perdita di competitività. Il turismo ha invece rappresentato una controtendenza. In tanti hanno colto le opportunità del settore extralberghiero, cercando di mettere a reddito immobili e residenze ed investendo nel recupero funzionale di strutture rispondendo alle tendenze dei viaggiatori individuali che da tempo ormai preferiscono sempre più una ricettività smart, non standardizzata. Su tale fronte, le previsioni confermano che il turismo ricettivo è un’opportunità, fra l’altro sostenibile e non impattante ( si utilizzano immobili già esistenti e spesso se ne riqualificano parti consistenti .

Molti giovani hanno dunque colto queste opportunità, favoriti anche da agevolazioni finanziare e ridotto impatto burocratico per investire mente altri hanno semplicemente trovato un modo per evitare allontanamenti dal territorio individuando un percorso possibile. Ai giovani che frequentano i nostri short courses ribadisco la necessità di fare rete per superare il gap del nostro territorio e vincere sfide complesse. 

A Bagnoli avete avviato un importante progetto che prevede incentivi ove misurabili e contenibili per opere murarie e di consolidamento , anche puntando a defiscalizzazioni e credito di imposta, per meglio adeguare alcuni immobili privati a strutture ricettive extra-alberghiere nella formula di albergo diffuso. Una vera e propria cittadella dell’ospitalità che arginando fenomeni di sovraffollamento, consente di riadeguare immobili sfitti e che hanno perso rendita e valore. Possiamo approfondire l’importanza del progetto? 

Bagnoli può e deve essere un’opportunità per il turismo, ne ha le caratteristiche fondanti che potrebbero fare la differenza.

Stiamo cercando di proporre un progetto innovativo, un modello replicabile che punti, dopo il risanamento ambientale, a un turismo sostenibile ed in grado di intercettare flussi anche alternativi. Evitando il temuto fenomeno della “turistificazione” come già avvenuto per altre città culturali italiane, Bagnoli e dunque Napoli possono evitare l’effetto Barcellona e puntare invece ad un armonico progetto di recupero funzionale degli immobili con un uso intelligente delle cubature e favorendo, come abbiamo proposto, investimenti diffusi che favoriscano aggregazioni e che puntino a cogliere le diverse esperienze di turismo, intercettando le variegate esigenze di viaggiatori, dei sempre più cittadini temporanei che necessitano tuttavia di servizi ed infrastrutture efficienti e funzionali . 

Nel corso degli ultimi mesi avete svolto delle inchieste sui flussi turistici esteri in Italia. Su 500 interviste online di stranieri residenti in 18 Paesi, la Campania è conosciuta da 10 intervistati e si piazza all’undicesimo posto, in classifica sono più note Sicilia, Toscana, Veneto, Lazio e Sardegna. Napoli è la quinta città e viene subito dopo Firenze, mentre guidano la classifica Roma, Venezia e Milano. Tra le attrazioni turistiche più conosciute dagli stranieri e che riguardano la Campania figurano gli scavi di Pompei, segue il Vesuvio e a metà classifica l’isola di Capri. Quali proposte e progetti, anche in ambito di comunicazione e approfondimento, possono essere sviluppati per attirare turisti in Campania?

Le nuove rotte low cost sono un’importante occasione per diffondere la conoscenza del nostro territorio ed aumentarne appeal.

Tuttavia questo non basta se non si è grado di fare una promozione turistica che intercetti le tendenze di flussi che come quelli dei Paesi orientali e delle nuove economie, amano e cercano Italia. Serve puntare alle diverse fasce di età e di condizioni economiche, favorendo turismo diffuso e destagionalizzato che favorisca le aree interne della nostra Regione spesso fuori dai circuiti internazionali per evidenti difficoltà oggettive compreso trasporti e infrastrutture insufficienti e carenti.

Serve fare cultura dell’accoglienza e puntare alle nostre potenzialità con azioni di co-marketing più incisive e oltre l’attuale proposizione fieristica tradizionale. Per penetrare su nuovi mercati servono strategie e piani a lungo termine che non possono esaurirsi con uno stand in una fiera pure importante ma non sempre incisiva. Proponiamo di vendere la Campania con un incubatore di esperienze turistiche che tengano conto delle esigenze dei viaggiatori a cui spesso non si è in grado di dare alternative alle tradizionali destinazioni.

Occorre un piano di sviluppo promozionale che favorisca interscambi e intercetti i tanti nuovi flussi che sono risorse per altre aree.

Napoli è cresciuta molto rispetto ad alcuni anni fa e la tendenza è positiva ma occorre strutturarsi per politiche organizzative e di servizi di accoglienza. 

Tra le priorità delle istituzioni europee, delle organizzazioni internazionali e degli enti turistici emerge sempre più l’idea di rimodulare l’economia del Mediterraneo rispettando e inseguendo i principi e le proposte della “blue-economy”. Quali prospettive possiamo intravedere nell’incrocio tra le priorità della blue economy e quelle dell’Ospitalità in Campania nelle varie forme di ricettività?

Beh, tante opportunità che possono essere colte anche puntando ad una programmazione di risorse economiche mirate. Il recupero dei borghi marinari ad esempio, la portualità turistica e i servizi ai diportisti, il rinascimento e disinquinamento dei nostri litorali del nord e sud del nostro territorio regionale. I collegamenti ed assi viari con un interscambio funzionale dei trasporti alternativi alla gomma.

Il mare è risorsa e la migliore fruizione sostenibile dell’area costiera può solo favorire nuove opportunità, ma occorre programmazione, piani di investimenti concreti e svolti con celerità e prospettive determinabili.

No ad improvvisazioni e si a chiare scelte da perseguire. Il Mediterraneo ritorni ad essere quello che è sempre stato nei millenni favorendo aggregazione e scambi culturali, sociali ed economici. 

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