La sigla odierna del nuovo accordo di partenariato tra l’Unione europea (UE) e i membri dell’Organizzazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (OSACP, già gruppo degli Stati ACP) da parte dei capi negoziatori, la Commissaria per i Partenariati internazionali Jutta Urpilainen e il ministro degli Esteri del Togo Robert Dussey, segna la conclusione formale dei negoziati dell’accordo post-Cotonou, che definisce il quadro della cooperazione politica, economica e settoriale per i prossimi vent’anni.
Jutta Urpilainen, Commissaria per i Partenariati internazionali e caponegoziatrice dell’UE, ha dichiarato: “Questo nuovo partenariato globale con il più grande gruppo di paesi partner rappresenta un importante risultato politico e segna una svolta significativa. In linea con le nuove realtà e sfide internazionali, l’accordo dovrebbe risultare determinante per rinsaldare le relazioni bilaterali che l’UE mantiene con ogni singolo Stato dell’OSACP e con le rispettive regioni, conferendo al partenariato OSACP-UE il ruolo di forza internazionale per far avanzare le ambizioni comuni sulla scena mondiale.”
Al termine della conclusione formale dei negoziati, il professor Robert Dussey, ministro togolese degli Esteri, dell’integrazione regionale e dei togolesi all’estero, capo negoziatore dell’OSACP e presidente del gruppo di negoziazione centrale, ha dichiarato: “Il nuovo accordo concretizza l’ambizione di entrambe le parti di rinnovare le modalità della loro cooperazione e di riorientare il loro partenariato verso nuovi obiettivi in un mondo profondamente cambiato e in costante trasformazione. Sebbene il processo negoziale non sia stato certo privo di difficoltà, accolgo con soddisfazione l’esito finale e mi congratulo con tutti gli interlocutori che grazie al loro operato hanno permesso di concludere un accordo costituito da una base comune e da tre protocolli regionali. Il nuovo accordo, che tiene conto delle preoccupazioni e delle aspettative degli Stati dell’OSACP, costituisce una solida base per continuare a rafforzare le già salde relazioni con l’UE. Lavoreremo insieme per far fronte alle sfide mondiali, in stretta collaborazione con altri partner sulla scena mondiale.”
Cooperazione politica rafforzata a livello internazionale
L’accordo, che succederà all’accordo di Cotonou non appena entrambe le parti avranno completato le proprie procedure interne relative alla firma e alla conclusione, definisce il contesto per la creazione di alleanze e per azioni più coordinate sulla scena internazionale, ove il gruppo può esercitare un’influenza significativa nell’affrontare alcune delle sfide mondiali più complesse. Insieme, l’UE e i membri dell’OSACP rappresentano oltre 1,5 miliardi di persone e più della metà dei seggi alle Nazioni Unite.
Il nuovo accordo modernizza sostanzialmente la cooperazione ed estende l’ambito e la portata delle ambizioni dell’UE e dell’OSACP per affrontare meglio le sfide attuali e future. I partner hanno rafforzato i propri impegni in settori prioritari quali diritti umani, democrazia e governance, pace e sicurezza, sviluppo umano (che comprende sanità, istruzione e parità di genere), sostenibilità ambientale, cambiamenti climatici, sviluppo e crescita sostenibili, migrazione e mobilità. L’accordo prevede inoltre, per la prima volta in oltre quarant’anni di collaborazione, una nuova dimensione regionale e una struttura di governance solide e adeguate alle esigenze di ciascuna regione.
Prossime tappe
La firma, l’applicazione provvisoria e la conclusione dell’accordo richiederanno l’approvazione del Consiglio dell’Unione europea, sulla base di proposte della Commissione europea. Tali proposte, unitamente al testo negoziato tradotto in tutte le lingue dell’UE, saranno trasmesse al Consiglio nelle prossime settimane.
Il Consiglio delibererà in merito alla conclusione solo previa approvazione del Parlamento europeo, in conformità dell’articolo 218, paragrafo 6, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).
La firma dell’accordo è prevista per il secondo semestre del 2021. Perché esso possa entrare in vigore, le parti dovranno completare le rispettive procedure interne.
Contesto
I negoziati post-Cotonou sono iniziati nel settembre 2018 a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, con l’intento di pervenire a un nuovo accordo che succedesse all’accordo di Cotonou e di adeguare le relazioni UE-OSACP alle nuove realtà.
Inizialmente, l’accordo di Cotonou doveva scadere nel 2020, ma la sua applicazione è stata prorogata al 30 novembre 2021, a meno che il nuovo accordo non entri in vigore o sia applicato a titolo provvisorio prima di tale data.
Il progetto di testo, approvato dopo oltre due anni e mezzo di negoziati, presenta un partenariato politico ambizioso e rafforzato tra l’UE e i membri dell’OSACP, al fine di conseguire risultati reciprocamente vantaggiosi in relazione agli interessi comuni.
Concretamente, l’accordo comprende una “base comune”, che sancisce i valori e i principi che accomunano i partner e che indica i settori strategici prioritari nei quali entrambe le parti intendono collaborare, ossia: i) diritti umani, democrazia e governance all’interno di società incentrate sulle persone e fondate sui diritti, ii) pace e sicurezza, iii) sviluppo umano e sociale, iv) sostenibilità ambientale e cambiamenti climatici, v) crescita e sviluppo economici inclusivi e sostenibili e vi) migrazione e mobilità.
L’accordo combina questa base comune con tre protocolli regionali specifici improntati all’azione (Africa, Caraibi e Pacifico), incentrati sulle esigenze di ciascuna regione. I protocolli regionali avranno una propria governance specifica per gestire e orientare le relazioni con l’UE e le diverse regioni interessate, anche attraverso assemblee parlamentari regionali. Vi sarà altresì un quadro globale comune OSACP-UE con una forte dimensione parlamentare.
Nell’aprile 2020 il gruppo degli Stati ACP è diventato Organizzazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (OSACP), un’organizzazione internazionale composta da 79 membri, in seguito all’entrata in vigore dell’accordo di Georgetown riveduto.