Sostenibilità è la parola chiave del “Piano Triennale Pesca – Annualità 2020” lanciato da Unci Agroalimentare, l’associazione nazionale di rappresentanza, assistenza e tutela delle cooperative e dei consorzi della pesca, dell’acquacoltura e dell’agricoltura, presieduta da Gennaro Scognamiglio.
Il programma include, in particolare, una ricerca mirata sui tonni e la loro tagliatura, sviluppando anche altri settori della Blue Economy grazie al coinvolgimento di numerosi impianti di acquacoltura e la coltivazione di cozze e vongole, ubicate sia nel Tirreno che nell’Adriatico.
Scopo della ricerca è quello di trovare elementi inquinanti nei contesti geografici analizzati e nei prodotti ittici oggetto di attenzione, cercando di capire anche come riciclare il materiale di risulta frutto del lavoro della filiera dei pescatori.
“La pesca sostenibile rappresenta sempre di più il futuro del settore ittico, perché significa rispetto dell’habitat naturale, consumo responsabile e gestione efficace delle attività. Con questo obiettivo abbiamo avviato un importante progetto di formazione degli operatori” esordisce il Presidente in sede di presentazione della nuova progettualità.
La ricerca attiva si avvale anche della collaborazione di una tonnara sulcitana. Va infatti ricordato che nello spazio compreso fra Portoscuso, Gonnesa e Carloforte, le tonnare fisse di Capo Altano, Porto Paglia, Isola Piana e Cala Vinagra, consorziate tra loro, portano avanti l’antica tradizione di origine araba della pesca dei tonni rossi, che dall’Atlantico passano lungo la rotta di mare sardo per raggiungere il Nord Africa. Tale storica tradizione rappresenta il lavoro delle tonnare sulcitane e del loro potenziale di sviluppo per la Blue Economy di tutto il Mediterraneo.
Nell’ambito dello stesso Piano Triennale, l’UNCI sta inoltre lavorando ad un “piano pesca” formativo e interattivo con i pescatori. Attraverso delle piattaforme digitali, l’associazione sta fornendo formazione online e interattiva ai pescatori qualificati, affrontando elementi chiave quali l’igiene alimentare e le procedure basate sui principi del sistema HACCP per i prodotti della pesca e per i molluschi.
Ma non è tutto. La formazione è orientata anche alla comprensione e attualizzazione delle norme di base per la pesca professionale, quali il settore delle barche a strascico e quello delle barche con rete fissa con circuizione. Anche in questo caso il prodotto formativo è rivolto a tutta l’aera mediterranea.
La visione formativa dell’UNCI Agroalimentare si avvale della collaborazione del CNR e delle Università di Ancona e Foggia con l’analisi e il campionamento di alcune specie di pesce del Mediterraneo. A tal progettualità partecipano pescatori professionisti, ricercatori e numerosi protagonisti della filiera. La progettualità formativa e di ricerca è finanziata dalla Direzione Nazionale Pesca e mira a sviluppare nuove sinergie nel Mediterraneo con paesi quali Malta e il contesto geografico del Nord Africa per la tutela e la valorizzazione comune del pescato del Mediterraneo.