Le vendite italiane di beni verso la Germania, primo mercato di sbocco, saranno caratterizzate nel 2021 da una crescita a doppia cifra, grazie al traino dei beni di investimento e intermedi.
Lo stabilisce il Rapporto Export 2021 di SACE, che ha suddiviso le principali destinazioni del Made in Italy in quattro fasce, in cui convivono geografie già consolidate e altre tuttora poco presidiate, sulla base di una capacità di recupero delle nostre esportazioni di beni in valore già completa nel 2021 e di una loro dinamica negli anni successivi prevista più o meno intensa.
Stando all’analisi effettuata, le vendite italiane di beni verso la Germania, primo mercato di sbocco, saranno caratterizzate nel 2021 da una crescita a doppia cifra, grazie al traino dei beni di investimento e intermedi, che aumenteranno rispettivamente del 10,4% e dell’11,7% per poi ristabilirsi su ritmi più contenuti negli anni a seguire. Nei due raggruppamenti si evidenziano le dinamiche positive attese quest’anno per i mezzi di trasporto (+15,0%), che recupereranno ampiamente quanto perso nel 2020, e della chimica (+5,7% nel 2021), quest’ultima tra i pochi settori a risultare in crescita anche lo scorso anno.
L’elevata resilienza e le misure di rilancio sostenute dai piani di investimento pubblici hanno contribuito a mitigare la contrazione delle nostre vendite verso gli Stati Uniti, terzo mercato italiano e primo fuori dai confini europei, nel 2020 alimentando un diffuso ottimismo per il futuro: +11% sarà infatti il tasso di crescita del nostro export nel 2021, con ampie opportunità per le nostre imprese che operano sul mercato americano.
Si consolida altresì la posizione della Svizzera, grazie anche al rafforzamento negli anni recenti del ruolo di hub logistico internazionale da parte della Confederazione. Il 2021 segnerà il rilancio per le vendite di beni Made in Italy verso Berna (+7,1%, dopo il -2,9% dello scorso anno), a cui contribuirà in particolare la crescita attesa dei beni di consumo, soprattutto del tessile e abbigliamento (+11,1%).
Un recupero simile è atteso anche per l’export italiano di beni in Giappone (+14,3% nel 2021), un mercato sempre più vicino all’Italia sulla scia dell’Accordo di partenariato economico con l’Ue in vigore dal 2019. Il balzo sarà rilevante, anche in questo caso, per i beni di consumo (+14,8%, soprattutto tessile), seguito da alimentari e bevande (+12,1%), beni di investimento (+18,4%, in particolare meccanica strumentale e mezzi di trasporto) e, in misura relativamente inferiore, per i beni intermedi, seppure con la gomma e plastica a +16,1%.
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